Politica
Tributi non incassati: perché non pensare a una definizione definitiva?
11 MARZO 2015 - Riprendendo un articolo pubblicato nei giorni scorsi da “il quotidiano del sud” sulla moria delle aziende in Calabria ( dati Unioncamere), proprio per essere concreti e propositivi, vogliamo ri-proporre una soluzione sui vari contenziosi in atto tra le piccole imprese e le famiglie verso le varie istituzioni che potrebbe instaurare un nuovo rapporto tra i cittadini e lo Stato in generale. Il nostro tessuto socio economico si dibatte ormai in una crisi drammatica, è allo stremo, nessuno riesce ad essere puntuale sui pagamenti da effettuare e i casi di disperazione di alcuni né sono l’esempio lampante.
La struttura fragile delle nostre imprese artigiane e PMI continua ad essere criticissima senza uno spiraglio di uscita da un tunnel che sta producendo solo disoccupazione e una situazione socio economica di grande miseria pronta ad esplodere in tutta la sua gravità se non si interviene concretamente. [MORE]
Oggi fare impresa in Calabria significa licenziare, non pagare contributi previdenziali, imposte e tributi vari alle scadenze previste, e in ultimo assillati poi di fatto da Equitalia e non solo si chiude bottega nella più cupa disperazione! Una situazione simile specialmente nella nostra Regione non si era mai stata rilevata e verificata!
Abbiamo più volte invitato direttamente i Sindaci e, tramite gli organi di stampa, tutta la politica nazionale e regionale, che dovrebbe essere attenta ai veri problemi dei Cittadini, a deliberare a livello locale e legiferare a livello regionale e nazionale su una concreta definizione bonaria degli incassi dei vari tributi aumentati sempre e comunque da sanzioni e balzelli che fanno lievitare questi pagamenti in modo impossibile.
Le cartelle di Equitalia nelle famiglie e tra i piccoli imprenditori sono diventate un vero incubo poiché la totalità degli interessati non è più in grado di mantenere fede alle scadenze.
Indubbiamente le tasse sono un obbligo, i cittadini e i nostri imprenditori lo sanno benissimo, ma far pagare sanzioni che tantissime volte triplicano gli importi è diventato qualcosa di inverosimile e di insostenibile.
Non vogliamo difendere e avallare chi alla scadenza non ha pagato, ma considerata la reale situazione socio-economica e anche, perché no, l’esigenza impellente degli stessi Enti locali e non solo ad introitare le somme dovute da cittadini ed imprese, (preso atto anche dei tanti tagli di cui le istituzioni sono protagonisti) vogliamo proporre una soluzione che di fatto consentirebbe a tantissimi cittadini ed imprese di sistemare le proprie pendenze sia con il Comune di appartenenza che con le altre istituzioni e nel contempo consentire alle istituzioni stesse di disporre di quella liquidità che oggi manca loro per poter erogare almeno i servizi più semplici e essenziali.
In sintesi, proponiamo il pagamento di tutte le somme maturate e non pagate nell’ultimo quinquennio così come segue:
PAGAMENTO DELLA SOLA QUOTA CAPITALE DEGLI IMPORTI DOVUTI MAGGIORATI SOLO DEGLI INTERESSI LEGALI MATURATI, SENZA ALCUN BALZELLO AGGIUNTIVO.
Cosi facendo, riteniamo di poter ottenere un duplice effetto: recupero immediato da parte degli Enti locali di cifre importanti incagliate negli anni e ritorno in bonis dei nostri concittadini che entrerebbero di fatto nella schiera dei contribuenti virtuosi. Una soluzione di fatto concreta e fattibile autonomamente da parte di ogni consiglio comunale, provinciale e regionale che dimostrerebbe attenzione e vicinanza verso tutti i cittadini meno fortunati. Poi sarebbe forse il caso di iniziare delle indagini serie e incisive sui veri evasori totali che sono tanti e questi problemi non li conoscono proprio.
L’auspicio è che questa soluzione venga accolta o quantomeno presa veramente in considerazione nell’interesse di tutte quelle realtà familiari ed imprenditoriali che stanno accusando stress e tensioni al limite della sopravvivenza. Non vogliamo più rammentare continuamente atti estremi e manifestazioni eclatanti di cittadini che vivono in solitudine la grande crisi persistente che sta riempiendo le cronache del lavoro e delle imprese di brutte storie di sopravvivenza.
Questi sono i momenti nei quali occorre passare dalle parole ai fatti. Chi cì governa ai vari livelli oggi deve dimostrare attenzione e capacità amministrativa, una soluzione simile non sarebbe minimamente paragonabile ai vari condoni di un tempo, ma solo una soluzione seria e fattibile per cercare di uscire da situazioni gravissime prima che sia troppo tardi e monti quella protesta generale che sta covando sotto cenere.
Salvatore Lucà