Tribunale del Riesame: Galan resta in carcere perché c'è rischio reiterazione del reato
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VENEZIA, 10 AGOSTO 2014 – Giancarlo Galan resta in carcere perché c’è la possibilità di “reiterazione del reato”: è questa una delle motivazioni che hanno portato il tribunale del riesame a confermare l’arresto dell’ex governatore del Veneto, coinvolto nell’inchiesta Mose con l’ipotesi di corruzione.[MORE]
Galan resta in carcere: possibilità di reiterazione del reato
La richiesta avanzata dai legali di Galan dei domiciliari era stata rigettata, e ieri sono state depositate le motivazioni del mancato accoglimento delle richieste avanzate dalla difesa. Secondo il riesame, come si legge su il Corriere del Veneto, “solo la misura massima è in grado di determinare la cessazione di qualunque possibilità di reiterazione”. “I fatti sono gravissimi, reiterati e perduranti nel tempo, le esigenze cautelari di eccezionale gravità e quindi tali da imporre, nell’immediatezza, l’applicazione di una misura che costituisca ed integri una effettiva, netta, reale e definitiva cesura dall’ambiente in cui sono maturati i fatti. Esigenza che gli arresti domiciliari non sono in grado di garantire, preso atto della vasta ragnatela di interessi complicità e colpevoli connivenze che hanno accompagnato il Galan nell’intera vicenda”.
Condizioni fisiche non sono incompatibili con regime carcerario
Il collegio del riesame aggiunge inoltre che le condizioni fisiche dell’ex governatore “non sono tali da integrare una condizione di incompatibilità con il regime carcerario come comprovato dal fatto che la misura massima gli è stata applicata dopo la sua dismissione dall’ospedale in cui era ricoverato. Le residue esigenze di cura sono già state tutelate con il suo inserimento in una struttura medico carceraria in grado di garantirgli una costante attenzione”.
Federica Sterza