Cronaca
Treviso, la Cgil chiede pause supplementari per operai musulmani in digiuno per il Ramadam
TREVISO, 3 LUGLIO 2014 –La Cgil di Treviso ha consegnato ai datori di lavori che in aziende impiegano operai di fede musulmana un vademecum con consigli per prevenire occasioni di insicurezza dovuti alla mancanza di lucidità per via del digiuno previsto dal periodo di Ramadam. [MORE]
Il sindacato è partito dalla constatazione che i residenti islamici in Veneto sono 170 mila, la maggioranza dei quali originari dall’area del Magreb in cui i precetti religiosi del mese sacro, iniziato due giorni fa, è rispettata nel 95 per cento dei casi. Questo potrebbe causare difficoltà nei luoghi di lavoro, dove ci sono decine di migliaia di persone che non assumono cibo e acqua dalle 5 del mattino alle 10 di sera. «Proviamo solo a pensare alle conseguenze di una distrazione in un cantiere edile», è l’esempio che porta Nicola Atalmi, responsabile per la sicurezza e per l’immigrazione della Cgil provinciale di Treviso e curatore dell’agile manuale di comportamento.
Ai datori di lavoro si raccomanda di monitorare le varie situazioni, in particolare le condizioni fisiche degli operai. Si chiede inoltre di aumentare i momenti di pausa. «La nostra impressione, tuttavia, è che nelle aziende di questa regione ci sia un atteggiamento collaborativo. Spesso si consente ai lavoratori di autorganizzarsi, permettendo così una specie di aiuto reciproco. Il Veneto reale è spesso migliore di come lo si dipinge» ha spiegato Atalmi.
Non tutti però notano questa collaborazione: a darne spiegazione è Remy Abdel Razek, egiziano, Rsu della Cgil nello stabilimento di Pederobba di Luxottica. «Qui ad osservare il Ramadan siamo meno di una trentina su più di 700 addetti eppure non siamo mai riusciti ad ottenere, per quel mese, la possibilità di lavorare su un unico turno, dalle 6 alle 14. Come può lavorare bene, nel pomeriggio, una persona che abbia digiunato dalle 5 del mattino?».
Federica Sterza