Economia

Tremonti: senza eurobond non si esce dalla crisi

Roma, 19 ottobre 2011 - L'idea degli eurobond è "giusta e si sta facendo strada perché, all'opposto, sta arrivando una dimensione della crisi che può essere catastrofica" . A parlare non è Nostradamus, bensì il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, il quale oggi, ospite all'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola della Guardia di Finanza di Ostia Lido, si è espresso sui rimedi che l'Europa dovrebbe adottare per uscire dalla crisi.[MORE]

Secondo Tremonti l'idea di emettere obbligazioni europee, sebbene all'inizio era sembrata "esoterica ed eretica, si sta facendo strada", proponendosi come una concreta soluzione al problema della crisi economica del vecchio continente, "a condizione che ci sia da parte dei governi europei una più forte governante, bilanci più controllati. Se ci saranno queste condizioni non ci sono più ostacoli ad un'ipotesi di finanza comune".

Del resto, riguardo l'ipotesi eurobond il nostro Ministro dell'Economia aveva già parlato nel lontano (ma non troppo) 13 agosto di quest'anno, nel corso della conferenza stampa di presentazione della manovra-bis. In quell'occasione Tremonti affermò che "non saremmo a questo punto se avessimo istituito gli eurobond". Parole che suscitarono il malcontento della Merkel, la quale smentì addirittura l'ipotesi di un accordo con Sarkozy su un sistema di garanzia del debito pubblico non più lasciato sulle spalle dei singoli stati, ma condiviso dai 17 paesi dell'eurozona.

Ma cosa sono esattamente gli eurobond? Sono obbligazioni pubbliche congiunte a livello di Eurozona, le quali invece di essere garantite dai singoli stati membri, godrebbero della copertura comunitaria. Il sistema di emissione di questi titoli pubblici "europei" funzionerebbe più o meno cosi. Una percentuale delle emissioni di titoli di Stato di un Paese, circa il 50%, resterebbe su base nazionale. Gli Stati, dunque, continuerebbero in parte a finanziarsi da soli. Un'altra parte verrebbe invece affidata ad un'Agenzia europea per il debito. L'Agenzia potrebbe emettere un ammontare di titoli circolanti equivalente al 40% del Pil dell'area euro, garantiti dai 17 Stati dell'area euro, con un tasso di interesse un po' più alto dei bund tedeschi ma più basso di quelli italiani e spagnoli. Le garanzie che questo isitituto potrebbe concedere agli investitori istituzionali sarebbero quindi nettamente superiori rispetto alle possibilità dei singoli stati membri. Ovviamente con il benestare della Merkel.

Michele Ciccone