Trattativa Stato-Mafia: nel 1993 fu abolito il 41bis per evitare altre stragi
Cronaca

Trattativa Stato-Mafia: nel 1993 fu abolito il 41bis per evitare altre stragi

giovedì 11 novembre, 2010

PALERMO – Come un’antica leggenda, da circa un decennio fonti giudiziarie, giornalistiche e cinematografiche parlano della trattativa che avvenne nel 1992-93 tra lo Stato Italiano e la Mafia.
Addirittura molti storici inquadrano l’inizio di tale trattativa già al tempo di Garibaldi e famose furono le parole del giudice Chinnici a riguardo: “Prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia”.[MORE]
In merito alla trattativa del ’93 ogni mese compare una fonte o una prova in più che avvalla tale tesi.
Per ultimo, in ordine di tempo, arrivano le dichiarazioni dell’ex ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Conso, che nell’audizione della commissione antimafia ha dichiarato: “nel 1993 non rinnovai il 41 bis per 140 detenuti del carcere palermitano dell’Ucciardone ed evitai altre stragi”.
Il vecchio ex ministro quasi novantenne racconta la sua verità con grande lucidità, sostenendo che tuttavia tale decisione non fu frutto di una trattativa con Cosa Nostra, ma venne concordata solo per evitare nuovi versamenti di sangue.
In tal modo Conso si assume la piena e isolata responsabilità di quella infelice decisione.
Ma tale dichiarazione non combacia con quanto accadde in realtà: difatti uno dei punti fondamentali che Riina chiese allo Stato fu proprio l’abolizione del 41bis, e guarda caso subito dopo venne abolito dall’ex ministro.
Ma oltre al legittimo dubbio, le parole di Conso non combaciano con decine e decine di atti giudiziari in cui si denota quanto Provenzano fosse semisconosciuto ai pm, e quanto, invece, solo dopo la cattura del “Capo dei Capi”, il suo nome passasse di bocca in bocca.
L’ex ministro, all'opposto, ha parlato di Provenzano, dei suoi dissapori con Riina e della volontà del primo di fermare le stragi.
Come faceva Conso a sapere tutto ciò?
Sono due le ipotesi: o è un “patito” di fiction su Cosa Nostra o già allora aveva capito che “Zu Binnu” avrebbe preso il posto del boss di Corleone.
 


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