Cronaca
Trattativa stato-mafia, De Gennaro: "Non sapevo dei rapporti tra Ros e Ciancimino"
ROMA, 12 FEBBRAIO 2013 - L'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, oggi sottosegretario con delega alla Sicurezza, è stato ascoltato dal gip di Palermo Piergiorgio Morosini nell’udienza preliminare per la trattativa stato-mafia.
Nell’aula bunker di Rebibbia, a Roma, De Gennaro ha parlato di diverse questioni tra cui l’omicidio di Lima, del quale dice di non avere ‹‹un preciso ricordo, se non sul fatto che venne inquadrato in una sorta di reazione della criminalità mafiosa dopo il maxiprocesso››. Riguardo l’assassinio del politico siciliano, De Gennaro ha aggiunto: «Colleghiamo l'omicidio Lima alla strage di Capaci per una logica di terrorismo mafioso».[MORE]
Riferendosi invece a Calogero Mannino, l’ex capo della polizia dice di non ricordare se il politico democristiano rischiasse di subire attentati. Secondo l'accusa, Mannino si sarebbe attivato per la trattativa nel timore di essere ucciso dalla mafia.
De Gennaro ha affermato che «c'era uno stato di incertezza nell'attribuire gli attentati del '93. L'attribuzione della matrice mafiosa non fu facile», e ha aggiunto di essersi opposto all’ammorbidimento del regime duro per i detenuti condannati per reati di mafia, perché il 41 bis «incentivava le collaborazioni».
«Non fui a conoscenza di rapporti tra il Ros e Ciancimino nel '92» ha dichiarato De Gennaro negando di conoscere i contatti tra alcuni ufficiali del Reparto operativo speciale dei carabinieri e l’allora sindaco di Palermo Vito Ciancimino, il tramite tra le istituzioni e i boss corleonesi.
Paolo Massari