Politica

Trasferimento Provveditorato Amministrazione Penitenziaria

CATANZARO, 23 MAGGIO 2014 - Se è vero che ancora in queste ore permangono dubbi e preoccupazioni circa il paventato trasferimento da Catanzaro a Lamezia Terme del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, nonostante i vari incontri che il Sindaco Sergio Abramo ha avuto a Roma per dirimere i nodi di una faccenda tanto assurda quanto aggressiva, tutto ciò non può che significare almeno un paio di cose: la strafottente arroganza di chi ha preso questa insana decisione e l’insipienza politica di chi dovrebbe rappresentare il territorio, soprattutto a livello nazionale.[MORE]

Più volte, da quando questa incredibile storia è venuta a galla, è stato invocato il rispetto del ruolo direttivo di Catanzaro laddove invece – come i fatti attestano – pare che la faccenda abbia avuto come interlocutori soltanto il Comune di Lamezia e Salvatore Acerra, provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria. Come per dire che l’Ufficio, attualmente e correttamente ubicato nel capoluogo regionale, sia un fatto privato da maneggiare in base agli umori e ai poteri di turno e non già da osservare in ordine al ruolo e alle funzioni della città ospitante, indegnamente esclusa da ogni valutazione salvo fingere di recepirne le istanze solo dopo che il progetto di scippo si è reso palese a tutti.

Una vergogna sia per la sostanza (ossia il trasloco di un Ufficio che in realtà sta bene dove sta), sia per la forma utilizzata, che ha portato alla luce una vicenda palesemente organizzata a tavolino senza il previo coinvolgimento del Comune di Catanzaro.

Sulle improbabili giustificazioni fornite ex post da chi ha combinato il pasticcio abbiamo già scritto, e non solo noi. Lo stesso sindaco Abramo ha manifestato disponibilità rispetto alle pretese dell’attuale dirigenza penitenziaria calabrese. Ma, evidentemente, vale il vecchio detto che chi non ha orecchie per intendere non intende.

Così oggi ci ritroviamo punto e a capo, con un trasferimento che sembra imminente. Tutto questo mentre il letargo degli esponenti politici che dovrebbero rappresentarci in Regione e a Roma è profondissimo.
Perciò chiediamo conto su quali siano stati i livelli di intervento locali e romani, e con quali interlocutori, e con quali esiti. E' lapalissiano, a parere nostro, che se l'abominevole trasferimento sta per andare in porto nel silenzio più assoluto da parte della politica catanzarese (comunale, provinciale, regionale e parlamentare) o le azioni finora sostenute sono state inefficaci, oppure ci si è rivolti ad interlocutori sbagliati, o ancora qualcuno ha millantato interventi.

Un’ulteriore ipotesi, non molto lontana dalla realtà, è che nei nuovi equilibri politici qualche politicante stia utilizzando questa vicenda per fini particolaristici e personali.
Ribadiamo pertanto con forza l’insostenibilità di un modus operandi che con estrema superficialità e strafottenza elude, in ogni scelta, il ruolo e le funzioni del capoluogo di regione; e auspichiamo una protesta pesante e rumorosa, Sindaco in testa, affinché i politici inetti e i responsabili di tali giochetti di prestigio che fanno sparire uffici e funzioni da Catanzaro siano smascherati.

Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”