Cronaca
Disastro Santiago,il macchinista:"Non so perchè non ho frenato". Per la scatola nera era al telefono
SANTIAGO DE COMPOSTELA (GALIZIA), 31 LUGLIO 2013 – “Non so spiegarlo, ancora adesso non capisco.”
Queste le parole di Francisco José Garzon Amo, il macchinista del treno ad alta velocità ribaltatosi una settimana fa nei pressi di Santiago de Compostela, interrogato dal giudice nel corso delle indagini preliminari volte a gettare luce sulla dinamica della tragedia.
Interrogato sulla possibile causa del disastro, Garzon Amo ha risposto laconicamente: “Ve lo dico sinceramente, non ne ho idea. Altrimenti, non sarei stato così pazzo da non frenare.”[MORE]
Dal contenuto della scatola nera emerge però che, poco prima di imboccare a velocità folle la tragica curva, il macchinista si trovava al telefono con un collega, intento a ricevere istruzioni su cosa fare una volta raggiunto il capolinea a Ferrol. Un rumore di carta registrato dalla scatola nera potrebbe far intuire anche che, forse, Garzon Amo era intento a consultare dei documenti poco prima di imboccare la curva. Resosi conto della velocità eccessiva avrebbe quindi tentato di frenare, ma era ormai troppo tardi: “Prima che il convoglio si ribaltasse, io avevo azionato tutto quanto, ma poi mi resi conto che no, non funzionava”.
La velocità, scesa rapidamente da 192 km/h a 153 km/h, era comunque troppo elevata per percorrere in sicurezza una curva che, di norma, dovrebbe essere affrontata a 89 km/h e che può, secondo le stime di alcuni esperti, reggere al massimo la velocità di 120 km/h.
Il disastro di Santiago, per il quale il macchinista resta al momento il principale indagato, è costato la vita ad ottanta persone, fra le quali anche un giovane italiano.
(fonte ANSA; www.rainews24.rai.it)
(foto www.news.com.au)
Elisa Lepone