Estero
Trafficanti di materiale nucleare cercano un contatto con l'Is. Russia apre a coordinamento con Usa
CHISINAU (MOLDAVIA), 7 OTTOBRE 2015 - Contrabbandieri con legami in Russia hanno gestito nei mesi scorsi un mercato nero di materiale nucleare nell'Europa dell'est, spesso con l'intento esplicito di mettere in contatto i venditori con l'Isis e altri gruppi estremisti del Medio Oriente. L’inquietante notizia è stata data dall’Associated Press che ha avuto modo di visionare i fascicoli investigativi della polizia moldava. Le autorità dell’europa dell’Est, in collaborazione con l’Fbi, avrebbero bloccato almeno quattro tentativi da parte di bande criminali di smerciare materiale radioattivo in Moldova. [MORE]
L'ultimo caso conosciuto risale allo scorso febbraio, quando un trafficante offrì cesio radioattivo “sufficiente a contaminare numerose città” e cercò specificamente un acquirente dell'Isis. Il caso più grave risale invece al 2011, quando un uomo cercò di vendere una bomba all'uranio ad un compratore sudanese. L'arresto dei contrabbandieri venne compromesso da singolari inefficienze, i principali sospettati riuscirono a evitare la cattura e le condanne furono sorprendentemente brevi. In altri casi i responsabili sono riusciti a fuggire addirittura con il materiale nucleare di contrabbando.'
'Ci possiamo aspettare altri di questi casi'' ha detto Constantin Malic, un ufficiale di polizia moldavo che ha investigato su tutti i quattro casi in questione. ''Finché i criminali pensano di poter guadagnare molto denaro senza essere arrestati, continueranno a farlo''. Anche perché la rottura della cooperazione tra Russia e Occidente ha reso molto più difficili le indagini.
Coordinamento raid aerei Usa-Russia. Nel campo militare un accordo tra Usa e Russia potrebbe, invece, essere vicino. Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo ha fatto sapere che Putin potrebbe accogliere la proposta del Pentagono sul coordinamento nella lotta allo Stato islamico e sarebbero ancora da definire soltanto alcuni dettagli tecnici. Inoltre, sono in corso consultazioni tra gli esperti militari di Russia e Turchia per la "realizzazione di un meccanismo per la prevenzione di incidenti nello spazio aereo al confine siriano-turco", dopo le proteste di Ankara per l'ingresso di due jet russi nello spazio aereo turco.
Russia continua i bombardamenti. Intanto una massiccia ondata di raid aerei russi nell'ovest della Siria ha colpito quattro posizioni dei ribelli. Secondo gli attivisti siriani, i raid russi si sono concentrati sul villaggio di al-Lataminah nella provincia di Hama e sulle città di Khan Shaykhun e Alhbit a Idlib. Nell'area sono stati segnalati anche bombardamenti con missili terra-terra. Gran parte della provincia di Idlib è nelle mani di gruppi ribelli jihadisti, tra i quali i qaedisti del Fronte Al Nusra e altre fazioni. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, almeno 15 jihadisti sarebbero stati uccisi dai jet russi nei dintorni di Palmira e altri 4 durante un attacco a Raqqa, considerata la ‘capitale’ del Califfato in Siria.
Nel mentre le forze governative hanno lanciato attacchi su varie direttrici, in particolare verso le aree di Atshan, Al Sayad e Latmin. Le formazioni islamiche hanno da parte loro bombardato a colpi di razzi le postazioni governative nelle localita' di Morek, Maan, Al Masasina e Markba, distruggendo sette veicoli militari. Due elicotteri russi sono stati visti da alcuni testimoni sorvolare l'area di Morek mentre veniva bombardata dai ribelli.
Iraq chiede aiuto a Putin. Il presidente russo avrebbe ottenuto anche un’altra vittoria diplomatica. I politici e i leader militari sciiti, secondo quanto scrive il Wall Street Journal avrebbero chiesto alla Russia di iniziare una serie di raid aerei contro lo Stato islamico nel Paese. La mossa rappresenterebbe un’implicita criticanei confronti dalla campagna di bombardamenti che da oltre un anno gli Stati Uniti e la coalizione internazionale stanno portando avanti per cercare di contenere l'espansione degli estremisti in Iraq.
I politici sciiti, che dominano il governo del Paese hanno rapporti molto stretti con l'Iran che è anche un importante alleato di Bashar al Assad in Siria e della Russia. Nelle condizioni attuali, quindi, l’intervento di Putin anche in Iraq al di fuori della coalizione guidata dagli Usa potrebbe diminuire l'influenza americana e aprire a nuove tensioni in medio Oriente tra le due superpotenze.
Tiziano Rugi