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"Tracks - attraverso il deserto" con Mia Wasikowska, la recensione: cartoline dall'Australia
TRACKS - ATTRAVERSO IL DESERTO di John Curran, la recensione. Tante foto ricordo in un film dalla geografia visiva incantevole e l'occasione persa di rendere la brava Mia Wasikowska un personaggio indimenticabile.
Ci risiamo: quando in un film c'è il corto circuito tra un'interpretazione eccezionale ed un risultato complessivo poco più che sufficiente, vuol dire che qualcosa non funziona nel making of. Applausi, allora, a Mia Wasikowska, signora dei cammelli in Tracks - Attraverso il deserto di John Curran, ma il film resta lontano dall'impresa, confermando la sensazione del trionfo mancato già assaporata alla premiere del Festival di Venezia. E d'impresa doveva trattarsi: sia perché la storia vera raccontata aveva quel gusto epicheggiante che solo può venire da fatti veri, sia perché aver realizzato il film - grazie ai produttori de Il discorso del re - scrive the end - happy, tutto sommato - ad una velleità lungamente coltivata nei dintorni di Hollywood. Sin dal 1979: da quando, cioè, Robyn Davidson, scrisse le memorie del proprio viaggio di 2700 chilometri ed 8 mesi attraverso il deserto centrale australiano, da Alice Springs all'Oceano Indiano.[MORE]
Robyn Davidson ha venticinque anni ed una pazza idea: attraversarà il deserto col cane Diggity e tre cammelli. Una follia lucida, perché si allena due anni per indurirsi i piedi dalla fatica e fare amicizia con gli animali. Tanti saluti alla famiglia, qualche falsa partenza ed il viaggio comincia. La pedina, professionalmente e con un po' di sentimento, il fotografo Rick Smolan (Adam Driver) di National Geographic, che ne documenterà l'impresa into the wild.
FOTO RICORDO - Road movie di formazione? La strada c'è, i sentieri di dentro sono tracciati un po' labilmente sulla sabbia. Qualche sospetto dI gita cinematografica più che dI autentica esperienza d'illuminazione, affiorerebbe paradossalmente dai punti di forza del film. In primis, la brillante, nettata fotografia di Mandy Walker, già artefice d'un capolavoro d'estetica pomposa come Australia con Nicole Kidman: le ombre di Robyn e dei cammelli sulla terra crepata o l'abbacinante candore delle sabbie bianche sono impressionanti, anche se la contemplazione è turbata dal soundtrack in formato cartolina sonora di Garth Stevenson. Troppo debole, in confronto, l'approfondimento psicologico delle reali motivazioni della protagonista, in parte disperse dalla tendenza all'aneddoto drammatico - un avvelenamento, l'attacco dei cammelli selvaggi, l'incontro con un altro viaggiatore, gli angles professional-amorosi col fotografo: per quanto di apprezzabile linearità, lo schema narrativo è un po' rigido e tende a semplificare il selvaggio guazzabuglio interiore della donna.
Guai a buttare il cammello con l'acqua sporca, comunque. Da buon tour operator cinematografico, Curran trascina in una spedizione seduttiva come il miglior reportage. Il miglior cinema, certo, è altra cosa: i flashback sul passato di Robyn restano approssimazioni inconcludenti, Mia Wasikowska lascia brillare il proprio talento rilucendo come un affascinante enigma sospeso su di un paesaggio incantevole. Non tutte le lande emotive sono esplorate, ma come afferma la protagonista prima dell'impresa, e può tutto sommato ripetere lo spettatore prima della visione: A chi mi domanda: "Perché?", io rispondo: "Perché no?".
DATA USCITA: 30 aprile 2014
GENERE: Biografico
ANNO: 2013
REGIA: John Curran
SCENEGGIATURA: Marion Nelson
ATTORI: Mia Wasikowska, Adam Driver, Emma Booth, Rainer Bock, Jessica Tovey, Tim Rogers, Robert Coleby, Melanie Zanetti
FOTOGRAFIA: Mandy Walker
MONTAGGIO: Alexandre de Franceschi
PRODUZIONE: See-Saw Films
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Australia
DURATA: 112 Min
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Antonio Maiorino
critico cinematografico - follow on Twitter