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Tra Pdl e Forza Italia, tra falchi e colombe. Al via l'ufficio di presidenza: è la resa dei conti

ROMA, 25 OTTOBRE 2013 - La querelle che ormai da mesi contrassegna le sorti del Pdl e del suo leader Silvio Berlsuconi dovrebbe oggi vivere un giorno cruciale. Il condizionale è d’obbligo, perché si sa quando c’è il Cavaliere di mezzo il colpo di scena è sempre dietro l’angolo (la non distante crisi di governo da lui stesso ordinata e rispettivo dietrofront dell’ultimo secondo ne sono emblematico esempio).[MORE]

Tuttavia la svolta appare essere ad un passo. L’ex premier è giunto ormai al limite della sopportazione, costretto a combattere contro la sua decadenza parlamentare, rischio sempre più concreto ed incombente, ed un partito oramai spaccato in due opposte fazioni. Un dissidio interno talmente prolungato ed esasperante che negli ultimi tempi ha perfino vissuto un evoluzione linguistica passando da “falchi” contro “colombe” a “lealisti” contro “filo-governativi”.

L’appuntamento, dunque, è per le ore 17 di oggi pomeriggio quando è convocato l’ufficio di presidenza del Pdl. È in questa sede che Berlusconi dovrebbe ufficializzare il ritorno a Forza Italia con il conseguente scioglimento del Pdl e decadimento di ogni attuale carica di partito. Tradotto in altri termini Angelino Alfano non sarebbe più il segretario ed il Cavaliere riacquisterebbe pieni poteri, con la ferma volontà di affidare la rinata espressione politica all’area a lui più fedele, ovvero a quei “falchi” o “lealisti” pronti a votare la sfiducia al governo Letta.

D’altronde se il buon giorno si vede dal mattino è di certo indicativo come per il delicato incontro di oggi lo stesso Berlusconi abbia convocato solo “i componenti effettivi dell’organismo” ovvero, come prevede nella sua versione più severa lo statuto, soltanto 24 componenti. Azione che esclude di fatto i ministri eccezion fatta per il solo Alfano.

Per tutte queste ragioni in queste ore Alfano ed i ministri Pdl sono impegnati in un’opera di convincimento nei confronti del Cavaliere al fine di rinviare lo stesso ufficio di presidenza. I ben informati riferiscono, infatti, che l’intera area “alfaniana” starebbe altrimenti valutando l’idea di disertare la seduta di partito. Una posizione che se intrapresa sancirebbe con ogni probablità una irrimediabile spaccatura.

L'ipotesi "boicottaggio" da parte delle colombe è comunque fortemente caldeggiata e trova conferma nelle parole di Roberto Formigoni: «Non andrò all’ufficio di presidenza perché non lo ritengo rappresentativo della storia anche attuale del partito. Sono contrario all’esclusione degli attuali ministri in carica e dei capigruppo della scorsa legislatura perché così si restringe il dibattito in un momento così delicato». Dello stesso parere un altro autorevole esponente di partito, l’ex ministro Sacconi che in una nota ufficiale ha scritto: «Rivolgo un appello al Presidente Berlusconi a rinviare l’odierno ufficio di presidenza del partito in quanto possibile fonte di divisioni. L’organismo, infatti, pur formalmente corrispondente alla lettera statutaria, non riflette nella sua composizione né la storia né l’attualità del nostro movimento politico, tanto nella dimensione politica quanto in quella istituzionale».

Ma ne va da sé che i “lealisti” non sono di certo rimasti a guardare e, come riferiscono sempre i ben informati, stanno procedendo ad una speculare azione: una raccolta di firme utile a confermare l’ufficio di presidenza. La resa dei conti, dunque, si avvicina: Cavaliere permettendo. 

(Immagine da tg24.sky.it)

Giovanni Maria Elia