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Tour de France, le accuse di Le Monde a Fabio Aru

NAPOLI, 12 LUGLIO - Sta facendo discutere in queste ore un articolo apparso ieri sul quotidiano francese Le Monde che ha lanciato pensanti accuse nei confronti del corridore italiano Fabio Aru, attualmente in corsa al Tour de France, dove ha da subito dimostrato di essere in grado di lottare per conquistare la vittoria finale: suo il primo arrivo in salita a La Planche-des-Belles-Filles. In classifica generale Aru è ora secondo, a “18 dal leader Chris Froome, favorito per il successo finale.[MORE]

Le accuse del quotidiano francese: “Aru mina la credibilità di questo Tour"

L’articolo a firma del giornalista Clément Guillou è a dir poco diffamatorio. Senza fornire prova alcuna, ma basandosi solo sulle relazioni del corridore dell’Astana con le persone che lo hanno aiutato a crescere ciclisticamente parlando, Le Monde getta sospetti sulla carriera giovane ma già di successo del ciclista sardo. Il quotidiano francese parla di “relazioni pericolose”, riferendosi al fatto che alcuni nomi che hanno circondato e circondano Aru siano direttamente o indirettamente legati a vicende di doping.

L’autore dell’articolo, Guillou, scrive: “Se Fabio non dice nulla - e non per mancanza d’intelligenza - è il suo percorso a parlare per lui: il vincitore della Vuelta 2015 sintetizza in sè gli anni neri del ciclismo italiano”. “Forse suo malgrado, all’inizio – prosegue il giornalista – ma col tempo le coincidenze sfortunate si sono accumulate”.
A questo punto Guillou fa nomi e cognomi: “A 18 anni – dice - è stato chiamato in Lombardia dall’uomo più discusso del ciclismo dilettantistico italiano: Olivano Locatelli”. Locatelli finì al centro di un’inchiesta doping per poi essere successivamente scagionato. Ma non finisce qui, Le Monde prosegue parlando di Beppe Martinelli, attualmente nello staff tecnico di Aru, che viene definito un “altro uomo-chiave del ciclismo italiano, trent’anni di mestiere e cinque vincitori di Giro d’Italia, alcuni dei quali finiti nei guai”. Il riferimento qui è alle vicende che videro coinvolto il compianto Marco Pantani e, successivamente, Gilberto Simoni e Stefano Garzelli, il quale però, quando fu fermato per doping, non era più diretto dal tecnico bresciano. Infine si fa il nome di Vinokourov, general manager dell’Astana, che secondo il giornalista francese “esalta un ciclismo sbagliato, del quale era un fiero rappresentante fin quando è risultato positivo alle trasfusioni ematiche nel 2007”.

“Cosa ha imparato Aru lavorando con queste figure controverse del ciclismo italiano? – si interroga dunque Guillou, per poi concludere: “Dalla risposta a questa domanda, dipende la credibilità di questo Tour”.

Le accuse del quotidiano transalpino al corridore italiano, la cui unica colpa sarebbe quella di essere “sempre stato circondato da figure controverse”, appaiono gratuite e danno vita ad una polemica sterile di cui, francamente, avremmo fatto volentieri a meno.

Il ciclista sardo ha preferito non controbattere per non dare ulteriore adito alle gravi insinuazioni del noto giornale francese.

[foto: profilo facebook ufficiale Fabio Aru]

Antonella Sica