Politica

Toti lascia Forza Italia; possibile alleanza con Lega e FdI

ROMA, 2 AGOSTO – Novità nel panorama del centrodestra, con la mossa repentina del governatore della Liguria Giovanni Toti che ha lasciato il partito fondato ed ancora guidato da Silvio Berlusconi.

Dopo la nomina a coordinatore generale – insieme a Mara Carfagna – Toti non aveva accennato a diminuire le polemiche interne al suo partito, relativamente ai processi decisionali, alle modifiche statutarie ed alla scelta dei candidati. Non essendo riuscito ad apportare alcun tipo di cambiamento nel corso del suo mese in carica come coordinatore azzurro, già da alcuni giorni si vociferava di una sua possibile intenzione di abbandonare l’incarico pur rimanendo in Forza Italia, almeno per qualche altro mese, nel tentativo di convincere Berlusconi a realizzare una svolta direzionale.

L’ex Cav ha però rotto gli indugi nella giornata di ieri, chiedendo con una nota stampa ai due coordinatori nazionali di farsi da parte per consentire la costituzione di un nuovo gruppo di coordinamento, sempre interno al partito, cui è stato affidato il compito di promulgare un nuovo statuto. È stata inoltre prevista contestualmente l’adesione di FI al nuovo soggetto politico lanciato da Berlusconi, “L’Altra Italia”, che dovrebbe puntare a rastrellare voti moderati di elettori delusi da PD o M5S; l’ex premier ha così manifestato implicitamente l’intenzione di muoversi soprattutto verso l’elettorato della galassia centrista, evitando ingerenze con Lega e Fratelli d’Italia. Il giornalista ed ex volto di Mediaset ha però deciso di attuare subito la sua contromossa, annunciando ufficialmente la sua uscita dal partito: “Ognuno per conto suo e buona fortuna a tutti”.

Già lo scorso 6 luglio, in effetti, Toti aveva lanciato un suo personale movimento politico, “L’Italia in Crescita”, corteggiando i governatori regionali di centrodestra e vari parlamentari azzurri. L’obiettivo del Presidente della Regione Liguria resterebbe quello di rispettare i vecchi accordi con Salvini e Meloni e mantenersi dunque vicino agli altri due partiti di destra, eventualmente entrando nell’alleanza Lega-FdI. In tal senso, tra indipendenti o prossimi dissidenti, la pattuglia totiana in Parlamento può contare su almeno 8 deputati (Manuela Gagliardi, Osvaldo Napoli, Claudio Pedrazzini, Daniela Ruffino, Giorgio Silli, Alessandro Sorte, Stefano Benigni e Vittorio Sgarbi) e 4 senatori (Massimo Berruti, Paolo Romani, Gaetano Quagliariello e Luigi Vitali), ma non ci sarebbe il numero minimo (20 alla Camera e 10 al Senato) necessario per dare vita ad un nuovo gruppo autonomo. Inoltre, il piemontese Alberto Cirio ed il siciliano Nello Musumeci, i governatori con cui Toti aveva avuto approcci, non hanno risposto positivamente al suo appello, decidendo di proseguire con Berlusconi. Neppure i primi sondaggi sorridono all’ex direttore di Studio Aperto, che secondo Renato Mannheimer difficilmente raggiungerà il 2% dei consensi a livello nazionale; non distanti i rilevamenti dell’Istituto Piepoli, secondo cui i valori saranno comunque troppo bassi per spostare gli equilibri nel panorama della destra. C’è dunque ancora parecchia incertezza sul futuro politico di Giovanni Toti, considerando anche le sorti avverse che negli scorsi anni ebbero i percorsi di Alfano e Fini, per certi versi analoghi al caso dell’attuale governatore della Liguria.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: repubblica.it