Toscana, Marina Staccioli: "Rossi farà pagare l'acqua tre volte"
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
FIRENZE, 06 LUGLIO – «Prima di puntare il dito contro il progetto toscano di gestione dell’acqua pubblica, è bene chiarire la posizione della Lega Nord. È chiaro che noi vogliamo essere garanti dell’acqua intesa come risorsa indispensabile che deve essere un diritto universale di tutti. Su questo non ci devono essere dubbi.[MORE]
Ci sono, però, da valutare tanti aspetti riguardo alla gestione della stessa perché se è vero che è un bene di tutti, è anche vero che per garantire questo diritto e portarla, quindi, in ogni singola abitazione servono una struttura di gestione ed una rete idrica efficienti e dinamiche. Necessità, queste, che richiedono investimenti, spesso ingenti. Purtroppo, la crisi del mondo occidentale ha fatto calare inesorabilmente il PIL italiano, mettendo ancora di più in evidenza, come se ce ne fosse stato ancora bisogno, l’enorme debito pubblico che abbiamo. Con questa scarsità di risorse è, quindi, impensabile che lo Stato o chiunque altro Ente locale, si faccia ancora carico per molto della mole di servizi che attualmente vogliamo garantire. Per questa ragione negli anni scorsi è partito l’iter delle privatizzazioni dei servizi, il quale ha portato alla situazione attuale con capitali misti pubblico/privato.
Adesso, dopo il voto referendario che aveva ricompattato la sinistra per dare la spallata al Governo, incominciano le note dolenti e vengono fuori tutte le spaccature nella coalizione anti-Berlusconi. Renzi punta dritto al massimo della privatizzazione con una holding, Sel con una politica retrograda scommette solo sul pubblico come se ci fosse da mungere la vacca all’infinito, mentre Rossi scalda i motori per trasformare la Toscana nella Repubblica Popolare Cinese attraverso la promozione della cooperativa popolare per la gestione della risorsa idrica. La sua, forse, è la posizione più bizzarra di tutte perché, così facendo, i cittadini pagheranno la gestione della rete tre volte. La prima volta in bolletta, la seconda nella quota associativa della cooperativa e la terza quando saranno necessari nuovi investimenti, aggravando non di poco la situazione economica a migliaia di famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese, senza peraltro avere certezza alcuna che questi soldi vengano poi utilizzati per ammodernare la rete ed i depuratori e non vadano, invece, a formare la busta paga dei tanti dirigenti politici.
Resta, poi, aperto il nodo della dinamicità delle società di gestione. Adesso che abbiamo la disperata necessità di colmare in fretta il divario che ci separa dalle altre nazioni europee, accumulato in 20 anni di immobilismo gestionale, nessuno più del privato, che investe i propri soldi e vuole incominciare a guadagnare da subito, può garantire interventi rapidi ed efficienti sulle reti. Quando ci sarà bisogno di fare interventi di ammodernamento futuri, chi pagherà il conto? I cittadini che hanno versato la quota associativa? E se per una mala gestione queste società dovessero avere delle perdite a chi spetterà ripianarle?
Il nodo da sciogliere resta sempre quello di dove andare a recuperare le risorse economiche ed onestamente le idee di Rossi non ci fanno stare molto tranquilli».
(notizia segnalata da Marina Staccioli, vicepresidente della Lega Nord Toscana in Regione)