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FIRENZE- In Toscana si vive bene, a tal punto che si invecchia meglio. Lo dice uno studio di Spi Cgil: tra il 1992 e il 2010 c'è stato un incremento della popolazione pensionabile pari al 4%. Se nel '92 le persone in età pensionabile erano 'solo' il 26%, ad oggi sono in totale il 30%. In più gli ultraottantenni ricoprono il 7,1% della popolazione, nel resto delle regioni d'Italia sarebbero solo il 5,6%. [MORE]
Questi dati secondo il sindacato della Cgil hanno bisogno di un riscontro sul campo: infatti sebbene l'assistenza socio-sanitaria in Toscana sia alquanto soddisfacente, diventa necessario un maggiore impegno da parte della pubblica amministrazione per assicurare maggiore vicinanza da parte dello Stato a quella fetta di popolazione che non è più autosufficiente e che, a causa della crisi, è afflitta da gravi problemi economici.
E' quanto emerge dal convegno tenutosi ieri mattina presso l'Hotel Albani di Firenze alla presenza di Alfio Savini, segretario generale Spi Cgil Toscana, Daniela Cappelli, segretario Cgil Toscana, Patrizio Nocentini, responsabile integrazione socio-sanitaria e non autosufficienza della Regione Toscana, Celina Cesari, della segretaria nazionale Spi.
Ed il segretario generale del sindacato dichiara: "Il sistema delle tutele necessita di miglioramenti e di una più incisiva collaborazione istituzionale e tra soggetti diversi". Mettendo l'accento sulla questione delle pensioni che in Toscana vanno dai 692 euro fino a 1.072 euro con il relativo rischio 'povertà' soprattutto nella zona del Casentino, dove i numeri delle dichiarazioni di Isee sono terribilmente bassi. Savini ha poi auspicato una maggiore collaborazione tra comuni e Asl.