Estero
Torna la tensione in Kosovo: duri scontri al confine con la Serbia
JARINJE, 28 LUGLIO 2011- Si riaccendono gli animi tra Serbia e Kosovo, in seguito alla decisione del governo kosovaro di prendere il controllo di due posti di frontiera con la Serbia per far rispettare l'embargo contro le merci serbe. Le forze speciali di Pristina hanno tentato di insediarsi nelle località di Brnjak e Jarinje, scatenando la violenta reazione della popolazione serba della zona che ha bloccato le strade.[MORE]
La decisione del governo kosovaro è stata criticata da Unione Europea e Stati Uniti e, per riportare la calma nell'area, è intervenuta la Kfor (la forza militare internazionale guidata dalla Nato incaricata di mantenere l'ordine in Kosovo) e le forze speciali kosovare si sono ritirate.
L’alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, ha definiti i fatti i Kosovo «violenze inaccettabili» e ha detto di aver parlato al telefono con il presidente serbo, Boris Tadic - il quale ha categoricamente condannato l'accaduto - e con il premier kosovaro, Hashim Thaci, invitandoli a tornare al dialogo. Già nel 2008 lo stesso valico di Jarinje era stato incendiato, due giorni dopo la discussa dichiarazione d'indipendenza del Kosovo.
Il presidente Tadic ha prontamente stigmatizzato i fatti e invitato la minoranza serba del Kosovo alla calma. «Gli hooligans - ha dichiarato - non fanno gli interessi né dei serbi del Kosovo né della Serbia». L'incendio, secondo quanto detto dal capo del team negoziale di Belgrado con Pristina, Borislav Stefanovic, è un «atto criminale commesso quando eravamo molto vicini a una soluzione, un colpo alle speranze dei serbi del Nord del Kosovo».
Davide Scaglione