Cronaca

Torino, scoperta cellula Isis: ma gli arresti non sono eseguibili per questioni procedurali

TORINO, 16 NOVEMBRE - La Procura di Torino ha ottenuto cinque misure di custodia cautelare in carcere per altrettanti tunisini accusati di terrorismo internazionale. Gli arresti però non possono essere eseguiti a causa di questioni procedurali. A maggio il gip aveva infatti respinto la richiesta del pm, adesso il riesame ha dato ragione alla Procura. Ma non è possibile eseguire la cattura, perché la legge consente agli indagati di presentare ricorso in Cassazione entro dieci giorni dal deposito dell’ordinanza di riesame. E se la Cassazione dovesse accogliere il ricorso, i tempi si allungherebbero ulteriormente. Risultato: sono trascorsi 6 mesi da quando il pm Andrea Padalino chiese per la prima volta la cattura, ma ancora oggi nessuno dei cinque tunisini accusati di terrorismo si trova in carcere. [MORE]

Altri due nordafricani, monitorati nella fase iniziale delle indagini, sono nel frattempo deceduti in Siria combattendo come foreign fighters. Tutti i tunisini erano giunti a Torino nel 2014 e avevano ottenuto permessi di soggiorno per motivi di studio: avevano falsamente dichiarato di essere iscritti all’università e di aver superato anche alcuni esami. Poi si erano spostati a Pisa, dove avevano creato una centrale dello spaccio di droga. A condurre l’inchiesta, coordinata dalla Procura, sono stati i carabinieri del Ros.

Gli accertamenti sono nati da controlli su false dichiarazioni di studio all’Università di Torino presentate da stranieri per ottenere permessi di soggiorno. I militari, guidati dal colonnello Angelo Lo Russo e dal tenente colonnello Massimo Corradetti, hanno così individuato i sospettati e hanno poi scoperto che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti.

Claudio Canzone

Fonte foto: leggo.it