Cronaca

Torino, frettoloso dietrofront del sindaco Fassino. Non celebrerà le nozze dell'ex-brigatista

 TORINO, 24 MAGGIO 2012 - Ha combinato un bel pasticcio, il sindaco Fassino. Si può discutere su quando abbia commesso l'errore (o almeno l'errore più grosso): se quando ha accettato di celebrare le nozze di un ex-brigatista o quando ha ritrattato frettolosamente, a seguito delle dure (e comprensibili) proteste di chi per mano di quell'ex-brigatista ha perso un padre o un marito. L'ex-terrorista in questione è Nicola D'Amore. Nel 1978 uccise il capofficina della Lancia Piero Coggiola sparandogli 13 colpi nelle gambe. La vittima morì dissanguata. [MORE]C'è da dire che D'Amore ha scontato il suo «debito con la società». Condannato nel 1986, si è fatto il carcere fino al 2002 (ma in questi anni di galera rientra anche una condanna per rapina). Ora vuole sposare la sua compagna, e ha chiesto che a celebrare la cerimonia sia il sindaco Fassino. Questi inizialmente ha accettato, dichiarando di voler compiere «un atto di civiltà e riconciliazione di fronte a una persona che ha scontato la pena che la giustizia gli ha inflitto, vuole cambiare vita e lo vuole fare compiendo un gesto forte come il matrimonio». La scelta aveva una sua logica, ma non era priva di controindicazioni altrettanto condivisibili. Per esempio, quella di ridare indirettamente risalto al terrorismo rosso, proprio quando questo sembra riaffiorare dal malessere sociale acuito dalla crisi. O quella, relativa alla sfera privata, di riacutizzare il dolore dei famigliari del capofficina assassinato. Che puntualmente si sono inviperiti.

Di fronte a questi pesi e contrappesi, un atteggiamento forte e coerente avrebbe quanto meno limitato i danni. Fassino avrebbe potuto difendere il senso della sua decisione, insistendo ad esempio sull'importanza della riammissione nella società di chi si ha pagato e si è pentito dei suoi errori. Invece il sindaco, pur ribadendo i motivi della sua scelta iniziale, ha optato per un repentino dietro-front. «Comprendo il dolore della famiglia Coggiola e ne raccolgo l’appello», ha dichiarato oggi.

Tutti sembrano aver tirato un sospiro di sollievo, in città. Ma le dichiarazioni della giornata lasciano anche capire, a volte papale papale, altre in filigrana, che Fassino non ha fatto un figurone. Il centrodestra, ovviamente, attacca. Secondo il deputato Pdl Agostino Ghiglia «la scelta di sposare l’ex brigatista da parte del sindaco è stato uno schiaffo alla città e ai torinesi, ed una profonda offesa ai familiari delle vittime dell’ex Br. Con la ritrattazione della sua decisione di sposare D’Amore, Fassino ha dimostrato di essere doppiamente ipocrita». Dal canto suo, l'ex-sindaco Novelli si è espresso in maniera molto più benevola, ma tra le righe si intravvede una nota di rimprovero, piemontesissimamente lasciata intendere a chi di dovere: «Piero ha fatto bene a rinunciare. Accettare di sposarli è stato un atto di generosità eccessiva. Il matrimonio avrebbe suscitato troppa spettacolarizzazione e avrebbe finito per riaprire la ferita della famiglia di Coggiola». Generosità eccessiva. Come dire, fatti un po' furbo.

Michele Barbero

(Immagine da civitanovaspeakerscorner)