Estero
Tokyo: pacifisti in piazza contro il premier Abe dopo l'uccisione del reporter Kenji Goto
TOKYO, 2 FEBBRAIO 2015 - Dopo la morte del reporter giapponese Kenji Goto per mano di un un boia jihadist dell'Isis, e ancor prima quella del contractor Haruna Yukaw, il Giappone è sotto choc. Nel pomeriggio di ieri, alcune centinaia di persone hanno manifestato a Tokyo davanti all’ufficio del primo ministro Abe, per contestare la posizione da lui adottata in questa situazione: i fatti hanno dimostrato che le sue politiche verso i conflitti internazionali hanno avuto delle gravi ripercussioni. Due settimane fa il premier aveva promesso l'invio di 200 milioni di dollari in aiuti umanitari, ma anche questa promessa è sfumata, "Colpa tua Abe", si leggeva su un cartello in mano ad un manifestante, mentre su un altro c'era una dedica al reporter ucciso: "Kenji, sarai vivo nelle nostre memorie". Ora si temono minacce dirette dell'Isis nel cuore del Giappone. Insomma, l'opinione pubblica giapponese ritiene che la cooperazione antiterroristica tra Giappone, Stati Uniti ed Europa sia stata la miccia che ha innescato questa vicenda. Dal canto suo, il premier Shinzo Abe ha parlato di "dolore straziante", di impossibilità "a perdonare i terroristi", di ogni sforzo utile "perché paghino per i loro crimini" collaborando "con la comunità internazionale", ma non ha mostrato nessuna tolleranza, nessun cedimento al riguardo della posizione che aveva scelto di adottare, di una eventuale contrattazione, fino a poco prima che i due ostaggi venissero decapitati. "Cedere alla paura è l’errore principale", ha aggiunto il portavoce del governo, Yoshihide Suga, annunciando una “stretta” sulla vigilanza contro il terrorismo. Il ministro degli Esteri, Fumio Kishida, invece, ha illustrato "l’allerta sicurezza, mobilitando ambasciate e consolati, ai nostri cittadini all’estero" nei paesi a rischio come Algeria, Nigeria,Siria,Pakistan,Yemen e Iraq, dove risiedono oltre 1500 giapponesi.
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Nel frattempo, il Commissariato di Tokyo e il Comando di Polizia della prefettura di Chiba hanno istituito una squadra congiunta specializzata per lo svolgimento delle indagini sull'omicidio di Goto. La polizia giapponese ha inoltre rivelato che, dal momento che le attuali informazioni fanno pensare che Kenji Goto sia già stato giustiziato, secondo la legge giapponese si tratterebbe di un reato commesso su suolo straniero e per questo verranno avviate delle indagini per accertare l'eventuale violazione delle leggi relative.
La vedova di Kenji Goto, Rinko Goto, che in questi giorni non è mai comparsa in pubblico, ha fatto sapere, tramite la Fondazione Rory Peck, di essere "distrutta" dal dolore ma "orgogliosa" del marito. "Anche se sento un'enorme perdita, continuo ad essere estremamente orgogliosa di mio marito, che lavorava per dar voce alla gente delle aree in conflitto come Iraq, Somalia o Siria". Secondo la donna, la "passione" di Goto era "portare alla luce le conseguenze della tragedia della guerra sulla gente comune, e soprattutto i bambini".
(foto:asianews)
Filomena I. Gaudioso