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Tim Cup: Inter ko, derby Lazio-Roma in finale. Strama in bilico

MILANO, 18 APRILE 2013 - Per la terza volta nella storia della Coppa Italia ci sarà un derby in finale. Dopo Juventus-Torino 3-1 del 1938 e Milan-Inter 2-0 nel 1977 saranno Roma e Lazio a giocarsi il trofeo quest’anno.

I giallorossi infatti, dopo aver vinto per 2-1 all’andata, si sono imposti anche nel ritorno battendo 3-2 un’Inter che non vede l’ora che finisca questa stagione per ricominciare la prossima con nuove ambizioni, nuovi rinforzi e con tutta probabilità con un nuovo allenatore.[MORE]

All’inizio la partita si mette bene per i nerazzurri che trovano il gol addirittura con Jonathan, uno dei giocatori più dileggiati su web e social, schierato a sorpresa dall’inizio per sostituire Cambiasso, infortunatosi nel riscaldamento.

Nella ripresa però sale in cattedra Mattia Destro che segna una doppietta alla sua ex squadra, mentre è Torosidis a siglare la rete dell’1-3. Ricky Alvarez accorcia le distanze ma è tutto inutile. La partita finisce col punteggio di 3-2 per la Roma che raggiunge in finale i cugini biancocelesti.

Andreazzoli, già vincitore della coppa nel 2007 con la Roma come vice di Spalletti, è entusiasta, ma allo stesso tempo preoccupato per i rischi di ordine pubblico legati a un derby in finale: ‹‹Se parlassimo un po' meno di questi virgulti che come nel West si scontrano e poi si vantano di quanti ne hanno accoltellati, le cose migliorerebbero – ha dichiarato il tecnico a fine gara - Poi, certo, ci vorrebbe anche qualche Daspo in più. Non è compito delle società perseguirli. Giocare un derby il 26 maggio di pomeriggio sarebbe una sciagura per chi lo guarda e per chi deve scendere in campo››.

Stramaccioni è amareggiato, ma ammette che i capitolini hanno meritato la qualificazione. Il mister nerazzurro guarda avanti con serenità: ‹‹Non me ne frega niente delle voci. Finché resterò il tecnico neroazzurro darò il 110% per questi colori, non mi importa se escono 127 nomi di possibili allenatori. La squadra è uscita a testa altissima››.

Paolo Massari