Cronaca

Tgr Piemonte: "I napoletani li distinguete dalla puzza"(VIDEO). Indignazione e poi le scuse

NAPOLI, 22 OTTOBRE 2012 – Non è una novità che lo scontro calcistico tra la Juventus e il Napoli sia uno dei più sentiti. Le rispettive tifoserie non si risparmiano, a vicenda, degli affondi senza esclusione di colpi. Spesso, questi “scambi” esulano, purtroppo, dal contesto sportivo. In particolare, è ormai diventata una consuetudine per i tifosi partenopei, essere accolti a Torino con striscioni che non sono altro che un’istigazione al razzismo. E puntualmente, su questi fatti, la reazione che prevale è quella di un assordante e amaro silenzio. 

Tuttavia, davanti all’evidenza dei fatti, questa volta, è stato più difficile applicare il silenzio. Infatti, gl’insulti ad indirizzo dei tifosi napoletani sono arrivati anche da un servizio, andato in onda nell'edizione delle 19,30 del telegiornale regionale Rai del Piemonte, realizzato sabato pomeriggio fuori dallo Juventus Stadium prima del match tra Juventus e Napoli. In particolare, nel corso del suddetto servizio, il giornalista Giampiero Amandola è arrivato addirittura ad affermare che i tifosi partenopei "si distinguono elegantemente dalla puzza". Oltre a ciò, il servizio è stato montato con una serie imbarazzante di espressioni razziste, come ad esempio: “ Vesuvio lavali tu!".

Questo ha scatenato l'indignazione, non solo da parte dei tifosi partenopei. Così, qualche ora dopo questo increscioso episodio, il comitato di redazione della sede Rai di Torino, ha diffuso un comunicato in cui si scusava "con i telespettatori per gli apprezzamenti irrispettosi nei confronti dei tifosi napoletani". Il Cdr ha sottolineato "come anche il collega protagonista dell'episodio abbia riconosciuto di essere incorso in un incidente, dovuto alla fretta con la quale ha dovuto montare il servizi. Il tentativo di ironizzare sugli aspetti più beceri del tifo da stadio si è trasformato in una battuta infelice per la quale è giusto chiedere scusa". Chiedere scusa è un atto dovuto, è il minimo in un Paese civile. Figuriamoci se simili cadute di stile (definiamole così), provengono da parte di chi offre un servizio pubblico, per il quale i cittadini italiani (anche quelli del sud), corrispondo alle casse dell’Erario un canone, ovverosia la tassa concessione televisiva. E’ un comportamento deontologicamente scorretto. [MORE]

A prescindere da ciò, questa è l’ennesima sconfitta dei valori veri dello sport. Naturalmente, per colpa di pochi, non si deve fare l’errore di generalizzare, attribuendo simili biechi atteggiamenti anche a chi, invece, vive in modo sano e con passione la propria fede calcistica. Tuttavia, per quei pochi che sabato hanno auspicato una ripresa dell’attività del Vesuvio, ecco loro la replica:

"Mi presento sono Vesuvio, sono un vulcano che vive in Campania, ho 25.000 anni e come tutti ben sanno riposo da oltre mezzo secolo. Da diversi decenni, non sempre ma molto spesso, durante una partita di calcio sento invocare il mio nome ad alta voce: urlano e mi implorano di risvegliarmi di compiere stragi, frasi del tipo : "Vesuvio pensaci tu", o peggio ancora: "Vesuvio lavali col fuoco". Io ogni volta sono costretto a svegliarmi col terrore che sia madre natura che mi ordina di compiere una catastrofe. E invece puntualmente cosa scopro? Che sono gli ennesimi imbecilli che da anni invocano il mio nome. Ma chi dovrei uccidere secondo questi deficienti? Chi dovrei massacrare? La mia terra, il mio popolo e i miei figli? Premesso che sono un vulcano mi interesso poco del mondo del calcio, ma non c'è bisogno di essere un esperto per sapere ciò che sto per dirle: nessuno e sottolineo nessuno del mio popolo in uno stadio o altrove si è mai permesso di invocare una nuova frana in Valtellina, nessuno ha mai esposto uno striscione con scritto "Forza Tanaro", il fiume che anni fa straripando uccise numerose persone in Piemonte, ne tantomeno con dei cori ha invocato un nuovo terremoto in Friuli, o un altra alluvione a Firenze o in Liguria; mi risulta al contrario che ogni qualvolta sia accaduta una catastrofe del genere il mio popolo è stato sempre pronto ad aiutare sia moralmente che fisicamente le persone colpite da tale tragedia. Quindi dando a Cesere quel che è di Cesare venga riconosciuto che questo pessimo gusto, questa crudeltà d' animo, questo gravissimo squallore che si manifesta puntualmente in numerosi stadi, se pur attribuito ad alcuni e non a tutti, non è mai stato tipico della mia gente, si tratta di sensibilità d' animo, e quella non si può acquistare al mercato, o la possiedi o no, e la puoi avere solo se hai provato realmente cos'è la sofferenza, tra l'altro se come sostengono in molti questo razzismo becero e questa crudeltà d' animo a maggior ragione ci vorrebbe poco per non dargli piu fiato: basta semplicemente applicare il regolamento previsto.

Distinti saluti

Il vulcano Vesuvio che da anni riposa aspettando che al popolo napoletano venga riconosciuta la sua dignità(Simone Schettino)".


(Fotogramma: tuttonapoli.net)

Rosy Merola