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Tfa ordinario e sit in a Roma, parla il Prof. Ricci: "no a svalutazioni, lottiamo per il merito"

ROMA, 11 LUGLIO 2013 - Tfa ordinario, PAS, Graduatorie ad esaurimento: continua a far discutere la questione che intreccia lavoro e scuola sul reclutamento dei docenti, specie dopo l'annuncio del sit in a Roma previsto per il 15 luglio da parte degli abilitati ed abilitandi del primo ciclo del Tfa ordinario. In attesa che il Ministro Maria Chiara Carrozza vagli con attenzione, da settembre, il dossier sulla scuola, la situazione è in fermento: da una parte il manifesto dei neo-abilitati vincitori dello scorso concorso per il Tfa, dall'altro l'annuncio in Gazzetta sull'imminente attivazione dei PAS.[MORE]

Abbiamo intervistato il Prof. Edoardo Ricci, 32 anni, nato a Chieti, laureato in Lettere ad indirizzo storico-antropologico presso l'Università di Siena ed abilitato in materie letterarie A043-A050 presso l'Università di Padova con TFA ordinario. Da sei anni insegnante d'italiano e storia presso scuole secondarie in provincia di Treviso, è tra i portavoce del gruppo del Tfa ordinario, nonchè tra i redattori del manifesto insieme a Giovanni Fazio e Luigi Fusco: un documento, comunque, prodotto a più mani ed ampiamente condiviso.

Partiamo con un punto sulla situazione del reclutamento docenti: è possibile tracciare un primo bilancio sul valore del titolo conseguito tramite il TFA ordinario, oppure tutto dipenderà dalle prossime mosse del Ministero?

 E.R: Allo stato attuale della normativa, noi abilitati con i nuovi percorsi formativi del TFA ordinario attivati dal D.M. 249/10 verremmo assegnati di diritto alla seconda fascia delle Graduatorie di Istituto. Il problema è che finora non abbiamo ricevuto alcuna garanzia in merito, anzi assistiamo ad un’inversione di tendenza totale della politica scolastica e ad una ristrutturazione totale della formazione dei docenti dopo un solo anno di esperimento, il tutto grazie al bando di un corso che abilita ope legis più di 80000 insegnanti in un biennio, senza alcuna forma di selezione o di riscontro del merito. Gli abilitati dei PAS, Percorsi Abilitanti Speciali, infatti, potendo vantare un alto punteggio di servizio, finiranno per superare molti di noi del TFA ordinario, che abbiamo dovuto superare tre durissime prove di accesso, e saturare così le graduatorie per il prossimo decennio. Per questo chiediamo che venga stabilita per legge una distinzione meritocratica tra gli abilitati del TFA e quelli dei futuri PAS.

Quali sono, in sintesi, gli argomenti più significativi della vostra campagna di protesta?

E.R: Noi crediamo che nella società complessa della contemporaneità vi sia bisogno di un alto grado di professionalità e di consapevolezza nell’adozione delle strategie didattiche, da ciò scaturisce l’esigenza di una formazione pedagogica e disciplinare che permetta di rivalutare la figura dell’insegnante come mediatore di un apprendimento degli allievi aperto alla costruzione partecipata dei significati e finalizzato alla decodificazione dei messaggi culturali che governano le strutture sociali del presente globale. Crediamo che da una politica scriteriata di disinvestimento, tagli al personale e ripetute sanatorie, operata dai vari governi succedutisi nell’arco degli ultimi decenni, si possa uscire solo rimodulando l’offerta scolastica in termini di qualità didattica e di selezione meritocratica del personale docente. Lottiamo quindi per un riconoscimento del merito e per un’uguaglianza nel merito che ci vede titolati ad ambire alle Graduatorie ad esaurimento, com’è sempre toccato in passato agli abilitati SSIS.

In merito alla richiesta d'inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento, da un lato c'è chi la sostiene, reclamando il medesimo trattamento riservato agli abilitati SISS, dall'altro c'è chi osserva come il primo ciclo dei TFA ordinari si sia dimostrato assai meno probante delle vecchie SISS, in termini di durata e di difficoltà, per cui le GaE sarebbero una "retribuzione" eccessiva. Come ribattereste a questa notazione?

E.R: Ho letto alcune dichiarazioni svalutative e riduttive dell’esperienza del TFA, spesso rilasciate da parte di chi neanche ha conosciuto la validità di questo percorso, i sacrifici affrontati e le difficoltà superate per guadagnarselo. Se è pur vero che ogni università ha gestito in piena autonomia i corsi e che ci sono state difficoltà organizzative in certi casi, dovute alla ripresa di un percorso formativo dopo ben quattro anni di sospensione dalle ultime SSIS, con in più una nuova struttura organizzativa, i TFA rappresentano, e crediamo debbano rappresentare per il futuro, un’autentica opportunità di costruire figure di docenti meritevoli, motivati, competenti e consapevoli delle possibilità educative e didattiche dispiegate dalle potenzialità conoscitive e operative delle singole discipline. Questo percorso di crescita personale e professionale, pensato dagli esperti ministeriali come perfezionamento delle vecchie Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, troppo nozionistiche e meno proiettate verso la pratica didattica secondo loro, merita di ottenere il medesimo riconoscimento formale spettato in passato agli abilitati dei nove cicli della SSIS. Non può essere una durata a stabilire la qualità della formazione ricevuta: se la SSIS prevedeva infatti il conseguimento di 120 crediti formativi universitari (CFU) in meno di due anni accademici e il TFA ordinario contempla il raggiungimento di 60 crediti in poco meno di un anno, d’altra parte è pur vero che, essendo peraltro presenti in entrambi gli insegnamenti di scienze dell’educazione e delle discipline specifiche, il TFA ha previsto un tirocinio di ben 475 ore a fronte delle 300 effettuate nelle vecchie scuole di specializzazione. Crediamo, perciò, che il titolo di abilitazione ottenuto con il merito e il superamento di prove selettive di accesso debba essere valorizzato e legittimato allo stesso modo.

L’altro argomento che gioca a favore della nostra tesi è di tipo giuridico: il Ministero, infatti, con l’emanazione del D.M. 572 il 27 giugno scorso ha riconosciuto la possibilità per i cosiddetti congelati SSIS già iscritti con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento di conseguire l’abilitazione tramite il nostro stesso corso di Tirocinio Formativo Attivo. Ciò determina un’equiparazione implicita tra il titolo di abilitazione conseguito con il TFA ordinario e quello tramite SSIS e una discriminazione tra più profili professionali aventi il medesimo: più in alto, nelle GaE, coloro che si sono abilitati all’estero con corsi biennali e i congelati SSIS già iscritti con riserva nel 2007-08; più in basso, negli inferi della seconda fascia delle Graduatorie d’istituto, dove non penetra la luce della speranza di ottenere un posto di ruolo a tempo indeterminato, noi abilitati del TFA ordinario e i congelati SSIS che non si iscrissero all’epoca.

Per sanare questa discriminazione non esiteremo, perciò, a rivendicare il riconoscimento del nostro diritto all’inserimento nelle GaE al pari degli abilitati SSIS.

Approfondiamo la questione dei PAS. Qual è la vostra posizione nel dettaglio? Il trattamento differenziato nelle graduatorie sarebbe una soluzione di compromesso, o puntate ancora a farne saltare l'attivazione?

E.R: Noi non siamo contrari per principio alle leggi europee, secondo cui dopo tre anni in cui si pratica una stessa attività lavorativa a tempo determinato si debba ottenere l’abilitazione allo svolgimento dello stessa, ma chiediamo che vadano rapportate alla specifica situazione italiana dove, di fronte alla diminuzione strutturale dei posti degli organici di diritto e di fatto, determinata dall’innalzamento dell’età pensionabile e dai tagli al personale, diventa indispensabile ricorrere a forme di selezione meritocratica del futuro personale docente. Non si può far finta di credere che nel sistema scolastico italiano ci sia un posto di ruolo per tutti, almeno finché non si opererà un deciso svecchiamento tramite una politica di temporanei prepensionamenti. Ciò vuol dire che un reclutamento che contempli il merito come principio imprescindibile debba adottare necessariamente strategie di selezione. In altre parole, il titolo di abilitazione conseguito tramite il superamento di procedure concorsuali va distinto da quello ottenuto tramite dei percorsi privi di qualunque forma di riscontro del merito e della preparazione. Perciò chiediamo al Ministero di adottare una normativa che assegni agli abilitati del TFA ordinario una precedenza di fascia o di graduatoria rispetto ai futuri abilitati che godranno dell’ennesima sanatoria basata sull’anzianità di servizio. Quest’ultimo principio, infatti, non garantisce di per sé la qualità della didattica, anzi è spesso indice di tentativi mai riusciti di superare le prove di accesso dei percorsi a numero chiuso.

Non credo che ci siano più i tempi utili per fermare l’attivazione dei PAS, il cui decreto ministeriale istitutivo è già stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 4 luglio ed entrerà in vigore il 19 assieme alle procedure d’iscrizione on line. Quello che si può fare per fermarlo, a questo punto, è solo un ricorso amministrativo al TAR.

 I continui cambi di governo, di prospettive e di iniziative sembra abbiano generato una sorta di "guerra tra poveri" sul campo di battaglia della scuola. La vittoria del tieffini "ordinari" non rischierebbe di tradursi in una lacerazione civile, a grave discapito di chi da anni insegna senza abilitazione?

E.R: Bisogna riconoscere che la condizione che ha reso possibile il depotenziamento del servizio scolastico nazionale e che lo ha soggiogato alle scelte faziose di convenienza politica o finanziaria degli ultimi governi, è stata proprio quella determinata dalla spaccatura interna al personale scolastico, vittima di un sistema politico che ha ipotecato il futuro di più generazioni per pagare i privilegi e le infornate a colpi di assunzione e sanatorie dei decenni precedenti. Proprio per non ripetere gli errori del passato, occorre prevedere un piano di assorbimento del precariato e una formazione di insegnanti che sia rapportata al fabbisogno del sistema scolastico, guardando a politiche di investimento scolastico che diminuiscano il rapporto tra insegnante e alunni per classe, in modo da creare i posti necessari da mettere in palio nei cicli successivi del TFA ordinario a numero chiuso e agli abilitati dei percorsi abilitanti speciali (PAS) che, non avendo superato prove selettive, andrebbero comunque posti in coda.

Dai primi orientamenti prudentemente espressi dal Ministro Carrozza pare che, in ogni caso, sia destinata ad affermarsi la logica concorsuale. Sarebbe una scelta meritocratica e dirimente, o - come si è detto da parte di molti abilitandi del TFA ordinario - sarebbe assurdo aver vinto il concorso del TFA ordinario solo per abilitarsi ad un ulteriore concorso?

E.R: In molti Paesi europei è stata adottata la scelta alternativa tra la procedura concorsuale e quella dei corsi di abilitazione e formazione a numero chiuso, opzione a cui si era arrivati anche in Italia con l’esperienza della SSIS. La Germania adotta un modello simile, mentre la Gran Bretagna, ad esempio, predilige il concorso. Noi crediamo che sia ricorsivo e umiliante dover richiedere a chi ha già conseguito un titolo abilitante alla professione, dover richiedere un’ulteriore attestazione di merito. Ci è parsa una scelta scellerata e inopportuna quella adottata da Profumo di bandire l’ultimo concorso, di fronte agli oltre 120000 abilitati SSIS da dover ancora reclutare, in più precluso ai neo-laureati prima dell’a.a. 2001-02 e a chi, come noi, stava iniziando il cammino del TFA ordinario. Figurarsi che ce n’era stato promesso un secondo! Resta il dubbio a questo punto se il ministro Profumo e il ministro Fornero si siano parlati prima di procedere con i loro rispettivi disegni. Dov’erano tutti questi posti da mettere a concorso, dopo il piano di tagli triennale che ha spazzato via 87000 cattedre e l’innalzamento dell’età pensionabile?

Cosa vi aspettate dalla manifestazione del 15 luglio e cosa vi aspettate dalla politica?

E.R: Il 15 luglio sarà la prima occasione per far conoscere al Ministro, ai funzionari ministeriali, ai mass media e alla società la nostra esperienza formativa e la nostra ferma rivendicazione del diritto all’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento. Stiamo attendendo la risposta del Ministro Carrozza alla richiesta di ricevimento di una nostra delegazione per discutere la nostra questione e consegnarle un documento con le proposte legislative atte a riconoscere la nostra competenza acquisita. Si può dire che si tratterà di un primo momento di incontro tra noi colleghi per condividere le esperienze maturate durante questo cammino, nonché per concertare le successive strategie di lotta e il coordinamento del gruppo nato nel mondo virtuale di Facebook.

Non sappiamo quanta risonanza potrà avere l’evento, né se riuscirà da solo a infrangere il silenzio irriconoscente del Ministero nei nostri confronti, ma è solo il primo passo di un percorso più lungo che ci siamo ripromessi di percorrere assieme attraverso canali di lotta civile, di proposte di legge e di ricorsi amministrativi e che promuoveremo tramite l’organizzazione di un coordinamento nazionale e di coordinamenti regionali attivi sui territori.

Qui l'articolo sul sit in del 15 luglio a Roma

Redazione