Scienza & Tecnologia

Test sugli animali, l'Ue intende denunciare l'Italia

BRUXELLES, 21 GENNAIO 2013 - L’Ue deciderà nella giornata di domani se deferire l’Italia alla Corte di Giustizia. Il nostro paese infatti sarebbe rimasto l’unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva numero 63 approvata nel settembre del 2010, una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall’Unione europea.

Per l’Italia si prospetta una multa da oltre 150 mila euro al giorno. La sanzione, secondo la proposta messa a punto dai servizi del commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik, scatterebbe dal momento della condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea.

Le autorità italiane erano già state avvertite a giugno dall’esecutivo comunitario attraverso un cosiddetto «parere motivato», ultimo stadio della procedura d’infrazione prima del deferimento alla Corte. La data limite per introdurre la nuova direttiva era fissata per il 10 novembre 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione.[MORE]

In realtà il testo del decreto destinato a recepire la direttiva europea si è fermato al Senato. Il suo iter sarebbe stato finora rallentato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana.

Paolo Massari