Cronaca
Terrorismo, sgominata cellula jihadista a Venezia
VENEZIA, 30 MARZO – E’ partito tutto da un’intercettazione dopo l'attentato a Westminster del 22 marzo, e da una frase: "Con Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua, mettere una bomba a Rialto". A pronunciarlo, un gruppo di quattro kosovari sotto controllo da mesi. L'intenzione era fare centinaia di morti e di superare Londra. [MORE]
Gli arrestati sono Fisnik Bekaj, 24 anni, Dale Haziraj di 25, già noto alle forze dell'ordine, per aver minacciato il suo datore di lavoro) e Arjan Babaj, 27 anni, il predicatore e leader del gruppo. Fermato il quarto, un minore. Il reato contestato è il 270 bis, associazione di tipo terroristico anche internazionale.
I terroristi, che lavoravano come camerieri in due bar di San Marco, avevano manifestato l'intenzione di andare in Siria per unirsi alle milizie islamiste. E dalla Siria, dove aveva combattuto, Arjan Babaj era tornato passando per Kosovo. Questo rientro ha fatto scattare l’allarme, ed ha dato inizio all'indagini.
Dopo l'attentato nella capitale britannica, le loro reazioni entusiastiche hanno imposto agli investigatori l'intervento immediato. Di fronte alla notizia dell'uccisione da parte di Khalid Masood di tre passanti e un poliziotto, i quattro avevano manifestato l'intenzione di "fare qualcosa di simile anche a Venezia", nella zona con maggiore concentrazione di turisti, il Ponte di Rialto. "Non vedo l'ora di giurare ad Allah. Se mi fanno fare il giuramento sono già pronto a morire", dice uno del gruppo in un'altra conversazione intercettata. Un altro invece definisce "grande" un terrorista che in uno dei video di propaganda del Califfato prepara una bomba e la mette in uno zaino.
"Abbiamo controllato ogni loro rapporto, ogni loro contatto con il mondo esterno e siamo riusciti anche ad inserirci e controllare il loro mondo telematico e tutto quello che riuscivano a comunicarsi e ad indottrinarsi", dice il procuratore. Gli arresti sono stati fatti questa notte, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza. L'indagine è stata svolta dagli uomini del reparto operativo dei Carabinieri e dal personale dalla Digos di Venezia: dopo aver individuato la cellula, sono state ricostruite le relazioni, la radicalizzazione religiosa dei membri del gruppo, i luoghi che frequentavano.
È stato accertato anche che stavano confezionando esplosivi fatti in casa. "Da parte di tutti c'era una grande adesione all'ideologia dell'Isis e ai recenti attentati” ha commentato il procuratore.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, commenta: "Complimenti alla procura, alla prefettura e a tutte le forze dell'ordine per questa importante operazione. A nome della città e di tutti i cittadini, non posso che esprimervi la più sincera riconoscenza. Grazie".
Maria Minichino
(fonte immagine ilmattino.it)