Politica
Terrorismo, il ministro Gentiloni: "L'intervento militare non è unica via possibile"
AOSTA, 7 APRILE 2015 – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni frena sulla possibilità di un intervento militare per fronteggiare il terrorismo: lo ha espresso questa mattina a Radio anch'io, sottolineando che prima delle forze armate ci sono ancora diverse risposte possibili. “Nell'ambito di questo fenomeno terroristico c'è anche l'opzione militare”, ha così dichiarato, “Noi siamo già dentro, perché facciamo parte della coalizione militare anti Daesh; so benissimo che parlare di opzione militare fa titolo. Noi non dobbiamo anche però immaginare che questa sia l'unica risposta o decisiva”.
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“Oggi nei confronti dei gruppi terroristi” ha proseguito il ministro, “Noi non possiamo escludere interventi militari, come non escludo interventi in Nigeria o in Libia. Gli interventi, però, devono essere su più terreni, si deve partire dalla cooperazione internazionale, facendo di più”. Gentiloni non esita a spiegare, inoltre, che per quanto riguarda una operazione militare anti-Isis in Siria e in Iraq l'Italia “è già dentro con l'autorizzazione del Parlamento da diversi mesi; all'interno della comunità musulmana c'è un conflitto tra sciiti e sunniti che noi dobbiamo provare a moderare, non alimentare. Quando si dice possiamo fare di più non vuol dire mettere mano alle pistole”.
Le altre vie percorribili
Secondo il capo della diplomazia, andrebbe anzitutto sconfitto il “mix di egoismo e ignavia” che domina l'Occidente rispetto alle stragi contro i cattolici nel mondo. Le vie ci sono, e andrebbero battute, come la cooperazione economica, l'ausilio ai rifugiati, le collaborazioni tra università. “Ci sono tante cose da fare di più e meglio”, ha aggiunto Gentiloni, “Superando questo atteggiamento che dice prendiamo il bello del mondo attuale e i rischi li teniamo fuori dalla porta chiudendoci a chiave; intervenire contro la persecuzione dei cristiani, contro tutte le intolleranze contro le minoranze religiose. Le strade sono tante, non è escluso l'intervento militare, ma non deve rappresentare l'unica via”.
Il fallimento degli interventi militari precedenti
Gentiloni inoltre non ha esitato a sottolineare il fatto che l'Italia in passato abbia preso parte a diversi interventi militari di natura internazionale, ma che in ultima analisi non hanno avuto esiti risolutivi, piuttosto hanno aggravato ancor più la situazione. Nello specifico, si è soffermato sul fallimento dell'intervento in Iraq, scongiurandone uno nuovo nel contesto attuale, poiché in sintesi “si tratta di una situazione completamente differente”.
Foto: palermomania.it
Dino Buonaiuto