Politica

Terrorismo, Alfano: "Altre due espulsioni per motivi di sicurezza, 102 dal Gennaio 2015"

ROMA - Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, durante il question time al Senato, in un'Aula semideserta, ha parlato del terrorismo e dell'attività di prevenzione che è in atto nel nostro Paese, affermando che «bisogna separare chi prega da chi spara». «Non si può escludere il rischio zero – ha detto - ma la nostra attività è finalizzata a un solo obiettivo: lavoriamo per comprimere il rischio». [MORE]

Alfano ha poi dichiarato che sono 102 le espulsioni di «soggetti evidenziati per radicalizzazione o sostegno ideologico alla jihad» effettuate in Italia dal primo gennaio 2015 e otto erano degli imam. Gli ultimi due – ha detto il ministro - sono stati espulsi in questi giorni. Nella giornata di mercoledì 27 luglio, infatti, sono stati rimpatriati per motivi di sicurezza un marocchino di 25 anni indagato per aver scaraventato per terra un crocifisso di una chiesa nel centro storico di Venezia e un marocchino di 69 anni, arrestato per danneggiamento aggravato: aveva fatto irruzione in una chiesa inveendo contro fedeli ed era «attestato su posizioni palesemente radicali».

Il ministro Alfano, ha inoltre riferito che ci sono anche controlli su 160.593 persone sospette, 549 arresti, 884 indagati a piede libero e 2.859 perquisizioni su soggetti ritenuti contigui all'estremismo religioso, 346 controlli su navi e 34.371 su veicoli. «Possiamo essere orgogliosi dei risultati fin qui ottenuti – ha detto - ma non possiamo negare che il rischio ci sia». «Il nostro asset legislativo è molto efficace – ha proseguito - anche se l'approccio divisivo dell'Europa nella lotta al terrorismo rende più debole e solo il nostro Paese ha una legislazione all'avanguardia, che deriva dalle direttive dell'Onu, dell'Unione Europea e dai principi dell'ordinamento italiano segnato dal contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo». «Fra le linee guida che l'Italia vorrebbe istituire e che sono emerse negli incontri avuti con le comunità islamiche – ha concluso - c'è lo stop agli "imam 'fai da te', le predicazioni in italiano e il tracciamento dei finanziamenti alle moschee».

[foto: ilfattoquotidiano.it]

Antonella Sica