Estero

Terremoto Turchia, continua a crescere il numero delle vittime

ANKARA, 25 OTTOBRE 2011 - La conta delle vittime del sisma che si è abbattuto domenica scorsa in Turchia continua ad aumentare man mano che si scava tra le macerie.[MORE]

L'ultima stima della direzione ufficiale delle situazioni di emergenza (Afad) è di 432 vittime, solo poche ore prima il bilancio era di 366 morti. Il numero dei feriti è salito a circa 1352. I media turchi riferiscono di aver tratto in salvo oggi, prima dell’alba, cinque persone, tra cui una bambina di soli 14 giorni, miracolosamente illesa e immediatamente trasportata in ospedale tra gli applausi e la commozione della gente.

Ieri, Besir Atalay, il vice premier, ha fatto sapere che tutti i centri abitati colpiti dallo sisma sono stati raggiunti dai soccorritori, ma il fatto che alcune vie di comunicazione siano completamente inagibili complica le cose, così come le frequenti scosse di assestamento che da questa mattina continuano a verificarsi. L’ultima scossa di magnitudo 5,4 a costretto, questo pomeriggio, l’interruzione dei soccorsi.

Sui giornali turchi, oggi, ampio spazio è dedicato alle accuse mosse ai costruttori disonesti, in parte responsabili del crollo dei palazzi a Van ed Ercis, viene sottolineato il fatto che non sono state applicate le leggi antisismiche varate dopo i 20mila morti dello sisma del 1999. Molteplici le richieste al premier Erdogan di prendere misure contro gli abusi edilizi

“Il drammatico sisma che ha devastato la provincia di Van è una tragedia per la nazione turca. Sono profondamente colpito e condivido il suo dolore. In questo momento così triste l'Italia, unita al suo Paese da profondi vincoli di amicizia, si sente particolarmente vicina al popolo turco. Con questi sentimenti, desidero trasmetterle a nome mio personale e di tutto il popolo italiano il più sentito cordoglio e le espressioni di umana solidarietà per le vittime del terremoto", con queste parole il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha manifestato tutta la nostra solidarietà ad un popolo che si ritrova a scavare a mani nude tra le macerie, sperando di poter far sì che il numero delle vittime non cresca ulteriormente.

Sara Marci