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Terremoto in Nuova Zelanda: la città di Christchurch in ginocchio

22 FEBBRAIO - Torna a tremare la terra in Nuova Zelanda: l’epicentro si registra a pochi chilometri da Christchurch (nell’Isola del Sud), seconda città del paese (con più di 390.000 abitanti).

Ore 12.51 locali (00.51 in Italia): il primo sisma, magnitudo 6.3 gradi sulla scala Richter, dura un interminabile minuto, ed è poi seguito da varie scosse di assestamento (magnitudo 5). L’ultimo terremoto, risalente allo scorso settembre, aveva raggiunto una magnitudo 7.1, provocando anche allora ingenti danni al territorio (ma nessun morto), eppure quello di stanotte è risultato più distruttivo per la sua scarsa profondità (circa 4 km), senza contare che, trattandosi di un’ora di punta, moltissima gente è stata sorpresa dall’evento mentre si trovava per strada.[MORE]

I primi accertamenti confermano almeno 65 morti, con un bilancio verosimilmente destinato ad aggravarsi, poiché sono fra le 150 e le 200 le persone rimaste intrappolate sotto le macerie dei palazzi crollati, in attesa dei soccorsi.

I principali canali d’informazione neozelandesi raccontono di un centro della città paralizzato dallo shock: il traffico è congestionato dalle auto che cercano di allontanarsi e da quelle d’emergenza che tentano di raggiungere le zone più disastrate (in alcuni punti il suolo si è sollevato di un metro); i pedoni rimangono sui marciapiedi in stato di confusione; le ambulanze cominciano a scarseggiare; le linee telefoniche ed elettriche sono quasi completamente interrotte; la maggior parte degli edifici storici (compresa la cattedrale anglicana nel cuore della città) sono stati sfigurati dalla violenza delle scosse.

Invece rimane operativo, nonostante i danni riportati, l’ospedale centrale, verso cui vengono dirottati i primi feriti soccorsi, ma in generale sono stati messi in preallerta tutti gli ospedali dell’isola.

La gravità di un primo bilancio della tragedia ha spinto lo stesso primo ministro neozelandese, John Key (nonostante sia abituato a fronteggiare emergenze di questo tipo, visto che la sua terra è purtroppo una zona ad alto rischio sismico) ad esprimersi con toni catastrofici: “È un’enorme tragedia per questa città, per la Nuova Zelanda, per la gente a cui siamo vicini. Siamo di fronte all’ora più buia della Nuova Zelanda.”

Intanto si continua a scavare, sperando che il numero dei morti non aumenti.