Cronaca
Terremoto: arresti Gdf per corruzione, nessun passaggio soldi
ASCOLI PICENO, 12 GIUGNO - Nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Ascoli su presunti casi di corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio nella gestione della rimozione macerie post sisma nel Piceno e Fermano, sono finiti in carcere per ordine del gip di Ascoli Piceno il dipendente della Regione Marche Stefano Mircoli e l'imprenditrice di San Benedetto del Tronto Cristina Perotti, titolare di Dimensione Scavi. La ditta si è occupata dello smaltimento delle macerie del terremoto del 2016 nel Piceno. Nei prossimi giorni Perotti e Mircoli saranno sottoposti agli interrogatori di garanzia. Altre due persone risultano indagate a piede libero nella stessa inchiesta.
Le indagini sono state eseguite dalla compagnia della Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto in collaborazione con la sezione di Polizia giudiziaria della Procura. L'arresto, stando a quanto si è potuto apprendere, tra le altre motivazioni, è stato disposto per un pericolo di inquinamento delle prove. La scorsa settimana erano stati perquisiti sia l'ufficio del funzionario regionale che si occupa del post terremoto e delle macerie, sia la sede dell'azienda dell'imprenditrice. Tra i due, secondo le indagini, non ci sarebbe stato alcun passaggio di soldi bensì uno scambio di informazioni e vantaggi, che gli investigatori chiariranno in seguito, nell'ambito di un intenso rapporto di collaborazione. Circostanze emerse anche grazie a intercettazioni telefoniche.
"Respinge con forza l'accusa di corruzione e chiarirà la sua posizione nell'interrogatorio di garanzia o davanti al pm". Così l'avv. Francesco De Minicis, difensore dell'imprenditrice di San Benedetto del Tronto Cristina Perotti, titolare di Dimensione Scavi, arrestata insieme al dipendente della Regione Marche Stefano Mircoli per un presunto scambio di informazioni contestato dalla Procura di Ascoli nell'ambito della gestione delle macerie post sisma. La difesa esaminerà le carte e poi, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha emesso l'ordine di custodia in carcere o al pm di Ascoli che lo ha chiesto, "chiarirà le sue ragioni".