Politica

Tensione nel Pd, Prodi diserta le primarie

ROMA, 10 NOVEMBRE 2013-«Non votero' alle primarie: non per polemica, ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo». Lo ha dichiarato Romano Prodi in un’ intervista rilasciata a Telereggio nel corso dell'inaugurazione della nuova sede dell'emittente di Reggio Emilia. «Mi auguro che in tanti vadano a votare, pero' io credo che sia un bene ormai, avendo fatto un passo indietro, che mi mantenga nella mia coerente posizione».

Intanto il segretario del Pd Guglielmo Epifani è intervenuto sul caso delle iscrizioni:«Sono situazioni del tutto fisiologiche, credo che lo stop fosse un atto giusto in via generale». «Stiamo a meta' del nostro congresso, penso che i provinciali siano andati bene: c'e' stata una buona partecipazione di votanti», ha aggiunto al termine di un incontro organizzato dal candidato alle primarie, Gianni Cuperlo, dal titolo 'La bellezza della dignita''. «Abbiamo avuto alcuni casi in cui ci sono state esagerazioni delle iscrizioni su cui stiamo intervenendo - ha riconosciuto - pero', e' anche vero che abbiamo eletto il 95% dei segretari provinciali: tutti nuovi, quasi tutti giovani, e 20 donne». «Dobbiamo evitare -ha concluso Epifani- che quello che si e' prodotto in qualche federazione dia l'immagine di un congresso che non e' quello che c'e' stata.Va dato un giudizio molto equilibrato di quello che stiamo facendo».

Matteo Renzi non sta a guardare e ha inviato una lettera agli iscritti del Pd: «Il Partito Democratico e' oggi l'unica vera grande speranza perche' questo cambiamento sia radicale, serio, profondo. Tocca a noi, nessuno si tiri indietro». «L'Italia puo' cambiare» afferma con convinzione Renzi. «Non e' vero -ha aggiunto- che siamo spacciati, che decidono tutto in Europa, che possiamo solo seguire la tecnocrazia. Tocca a noi provarci. Tocca a noi cambiare verso. Tocca a noi: straordinaria, angosciante, magnifica responsabilita'. Il destino del nostro Paese e' nelle mani di chi legge questa lettera, di chi va a votare, di chi fa delle proposte. Non tutto e' spacciato, anzi».[MORE]

Davide Scaglione