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Tennis, Wimbledon incorona Petra Kvitova
LONDRA, 3 LUGLIO 2011 - L’erba dello storico torneo londinese ha la sua nuova regina: si tratta della ceca Petra Kvitova, che ha sconfitto in finale la più blasonata rivale russa, la favorita Maria Sharapova.
Sono sufficienti due soli set, per un totale di un’ora e ventisei minuti di gioco, per assegnare il Championships 2011: 6-3, 6-4 il risultato finale.
A contendersi il titolo forse più prestigioso del circuito sono state sicuramente le due tenniste che avevano espresso il tennis migliore durante le due settimane di incontri: giunte all’ultimo atto, le previsioni puntavano sulla Sharapova, quanto meno per la maggiore esperienza di fronte a palcoscenici del genere.[MORE]
La russa infatti aveva già vinto il torneo di Londra nel 2004, a soli 17 anni, prima che l’incubo infortuni interrompesse bruscamente la sua ascesa, mettendo seriamente a rischio perfino il prosieguo della sua carriera agonistica.
Tuttavia l’indubbia avvenenza non è l’unica apprezzabile qualità di Maria, che grazie ad una smisurata testardaggine ha lavorato duramente per tornare ad alti livelli: questa finale, ma soprattutto il modo in cui l’ha raggiunta, con carattere e determinazione, testimoniano incoraggianti progressi sulla via della definitiva rinascita.
Detto della sconfitta, onore al merito alla vincitrice: inappellabile il verdetto finale; la Kvitova ha comandato sempre il gioco, aggredendo l’avversaria con la profondità dei suoi colpi fin dalla risposta al servizio. Le palle lanciate da Petra sembrano flirtare per tutta la partita con le linee del centrale di Wimbledon, costringendo la Sharapova a forzare il suo gioco, che improvvisamente si scopre così troppo falloso e con un servizio poco incisivo.
Vinto il primo set con relativa scioltezza, sarebbe lecito attendersi una leggera flessione nella ventunenne originaria di Bilovec, alla sua prima finale di uno slam (l’anno scorso si era fermata in semifinale sempre a Wimbledon): al contrario, la ceca continua a spingere, portandosi sul 2-0 in apertura di secondo set.
A questo punto, il gioco di entrambe diventa molto più nervoso e impreciso, con ben quattro break consecutivi: ma dal braccio di ferro esce ancora una volta più convinta la Kvitova, che così non spreca l’occasione di chiudere l’incontro, trasformando il secondo match point a disposizione, addirittura con un ace, il primo ed unico della sua partita.
Erano 13 anni che Londra non venisse conquistata da una tennista ceca: allora, nel 1997, era Jana Novotna, oggi presente insieme alla leggenda Martina Navratilova nel palco d’onore dello stadio. Le due storiche tenniste applaudono commosse e orgogliose la giovane connazionale, entrata adesso anche lei nella storia di questo sport. Lei ripaga il loro affetto riempiendole di baci a distanza, eppure conserva sempre un viso sereno, felice ma quasi inconsapevole dell’impresa compiuta.
Ad ogni modo ci sarà tempo per la Kvitova di prendere coscienza della sua forza, ieri avvalorata da un’invidiabile tenuta mentale: Petra, con quest’ultimo torneo, ha già vinto su tutte le superfici, a dimostrazione di una qualità di gioco abbastanza eclettica da sposarsi bene con qualsiasi terreno. Da lunedì sarà numero sette del ranking Wta.
In un periodo piuttosto magro per il tennis femminile, che stenta a trovare giocatrici di riferimento, la Kvitova rappresenta certamente una nuova speranza: toccherà a lei continuare a crescere, magari spinta dal desiderio di inorgoglire ancora una volta il suo idolo Martina Navratilova.
Maurizio Grimaldi