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Tennis, doping: due anni di squalifica per Maria Sharapova

LONDRA, 08 GIUGNO 2016 – Nella giornata dell’8 giugno l’International Tennis Federation ha annunciato la sentenza per la positività della tennista Maria Sharapova al Meldonium, riscontrata nel corso di un test antidoping lo scorso 26 gennaio agli Australian Open. Per l’atleta siberiana, due anni di sospensione nonchè la cancellazione dei suoi risultati allo Slam australiano, dove era stata eliminata ai quarti, e la relativa perdita di premi e punti Wta. Secondo quanto riferisce una nota della federtennis internazionale la Sharapova potrebbe rientrare sui campi il 26 gennaio 2018, perché la squalifica è retrodatata. [MORE]

Appresa la sentenza, la Sharapova ha immediatamente commentato, affidando la sua amarezza ad un post pubblicato su Facebook:
«Il tribunale della Federtennis oggi ha riconosciuto che la mia assunzione del Meldonium non fosse intenzionale. La federtennis ha utilizzato grandi risorse di tempo e denaro per dimostrare la mia volontarietà, ma non c'è riuscita. Hanno chiesto che io fossi squalificata 4 anni, ma la loro posizione è stata respinta. Perciò, visto che il tribunale ha concluso correttamente che non l'ho fatto intenzionalmente, non posso accettare una pena ingiusta», ha scritto la tennista russa. «Farò appello immediatamente al Cas, la corte di arbitrato per lo sport – ha aggiunto - Mi manca il tennis e mi mancano i fan. Ho intenzione di lottare per quello che credo sia giusto ed è per questo che io voglio lottare per essere di nuovo sul campo da tennis al più presto possibile».

«È importante prima di ogni altra cosa che gli atleti siano informati delle regole e che le seguano», ha detto Steve Simon, n°1 Wta. «In questo caso – ha proseguito - Maria si è assunta la responsabilità per il proprio errore. La Wta supporta l'operato dell'Itf e di Maria. L'Itf ha un suo regolamento, che riguarda anche il programma antidoping, e la decisione potrà dunque essere appellata».

L’ Itf ha spiegato le motivazioni della sentenza precisando che «la violazione delle regole antidoping da parte della Sharapova non è stata intenzionale in quanto non si è resa conto che il Mildronate (il farmaco assunto dalla tennista, ndr) contenesse una sostanza proibita dal 1° gennaio 2016». Tuttavia, puntualizza l’organismo, «se lei non avesse nascosto l'uso del Mildronate alle autorità antidoping, ai membri del suo stesso team e ai dottori che ha consultato, la violazione sarebbe stata evitata». «Lei è l'unica autrice della propria sventura», ha concluso la Federazione.

[foto: gazzetta.it]

Antonella Sica