Politica

Tenaglia mediatica: tutti contro Silvio

ROMA, 2 GIUGNO – Le micidiali trasmissioni della Rai, come Annozero, sarebbero state la causa principale dell’esito delle elezioni. È ciò che dichiara Silvio Berlusconi in una conferenza stampa delle ore 22 di ieri sera.[MORE]


Dopo un elenco di responsabilità altrui per una sconfitta propria, il presidente del Consiglio mette la ciliegina sulla torta: “Ho tutte le tv contro, una straordinaria tengalia dei media, tutta la stampa e i giornali. Il gruppo Mediaset si è astenuto da trasmissioni politiche, ha fatto il suo dovere di tv commerciale e si è mantenuta imparziale”, per poi riferirsi direttamente alla trasmissione condotta da Michele Santoro “La Rai ha messo in campo dieci trasmissioni che non si sono fermate durante i ballottaggi. Ho visto dei servizi micidiali, uno di Annozero me lo hanno fatto vedere in cassetta: è chiaro che chi non avesse equilibrio critico vedendo quel servizio non avrebbe mai potuto votare per noi a Milano”.


E anche questa volta Silvio-vittima annuncia di voler prendere provvedimenti in Parlamento contro questa situazione intollerabile. Obiettività e completezza sono i criteri cui deve ispirarsi l’informazione. Essi sono menzionati in ogni legge che si è incaricata di disciplinare in maniera organica il sistema radiotelevisivo. La par condicio, come è noto, riguarda l’accesso di tutti i soggetti politici al mezzo radiotelevisivo in condizioni di parità, in modo da garantire a ciascuna forza rappresentata in Parlamento la medesima possibilità di comunicare con il pubblico. È necessario però ricordare che tale questione è stata posta con urgenza negli anni ‘90 a seguito della materializzazione di un macroscopico conflitto di interessi: quello di Silvio Berlusconi.
 

Probabilmente il presidente del Consiglio ha anche già dimenticato le ultime salate multe imposte dall’ Agcom a quasi tutte le emittenti televisive, sia Rai che Mediaset, non certo per colpa di Annozero, ma a causa di interviste a Berlusconi “diffuse in serrata sequenza” e che avevano per contenuto solo “l’espressione di opinioni e valutazioni politiche sui temi della compagna elettorale e risultano omologhe per modalità di esposizione mediatica, anche per quanto concerne l’esposizione del simbolo del partito del Pdl alle spalle dell’intervistato”. E ancora le dimissioni di diversi giornalisti del Tg1, ritenuto palesemente vicino alle posizioni della maggioranza. E non ha forse sentito l’indifeso presidente le dichiarazioni del direttore del Tg1 (ricordiamo che la Rai è un’emittente pubblica) il quale ha invitato il premier a resistere e a puntare al Quirinale nei prossimi anni ed ha aggiunto: “Resterò al mio posto finché dura il governo, e non sono parole riferite a me: in Rai è così. Berlusconi deve resistere per i due anni che gli rimangono e nel 2013 può puntare al Quirinale, magari creando un ticket legato alla nuova leadership per il centro destra”.
 

In Italia l’informazione non è imparziale ma l’ago della bilancia pende decisamente dalla parte della attuale maggioranza. L’organizzazione americana Freedom House già nel 2004 ha declassato l’Italia a Paese “parzialmente libero” per quanto riguarda la libertà di informazione, unico caso in Europa. Il bel Paese si trova al 75 posto nella classifica del rapporto sulla libertà di stampa, dietro Ghana, Cile, Corea del Sud e Benin.
 

Nonostante ciò c’è ancora chi sostiene che il successo di De Magistris, di Pisapia o dei grillini del Movimento 5 stelle sia targato Annozero o Fatto Quotidiano. E se invece l’Italia si fosse svegliata e volesse tornare ad essere una Democrazia?
 

(in foto: Michele Santoro, conduttore di Annozero)

Filomena Maria Fittipaldi