Politica

Telecom Spagnola, Vinti: "meno investimenti, meno banda larga, meno occupazione"

PERUGIA, 25 SETTEMBRE 2013 - Quest'oggi è stato divulgato il seguente comunicato: “L’accordo che consente agli spagnoli di Telefonica di salire al 65% nel controllo di Telco, che possiede il 22,4% di Telecom Italia, sposta il controllo della più importante azienda di telecomunicazioni italiana, da Roma a Madrid” afferma l’assessore regionale alle infrastrutture tecnologiche immateriali, Stefano Vinti.

“Il lungo e devastante processo di privatizzazione della Telecom, azienda strategica delle telecomunicazioni, ha dichiarato Vinti, è stato avviato dal Governo Prodi nel 1997, con vari passaggi che ha visto protagonisti diversi “campioni” del capitalismo italiano, Colaninno, Grutti, Tronchetti-Provera, Benetton nonchè da manager di primo piano (per i nostri livelli), da Guido Rossi a Franco Bernabè. Alla fine, Telecom ha dei numeri da indebitamento spaventosi ed ora sarà controllata da Telefonica che in quanto ad indebitamento non sta molto meglio. Il risultato dell’operazione mette a rischio la possibilità di investimenti elevati, che ad oggi sono assolutamente indispensabili per lo sviluppo della “banda larga” che potrebbe dare al nostro paese una spinta importante al rafforzamento dell’economia e alla modernizzazione della pubblica amministrazione, dal turismo al commercio elettronico, alla nuove forme di TV, alle start up, ecc. La prospettiva di investimenti su internet veloce, della rete come diritto, sembra, con questa operazione, allontanarsi invece che avvicinarsi.

L’operazione, sottolinea l’assessore, comporta che la rete, asse strategico per il paese, passerebbe definitivamente a disposizione degli interessi di Madrid. Inoltre la questione dello scorporo delle grandi reti infrastrutturali dalla fornitura dei servizi non sarebbe più una questione disponibile alle politiche industriali nazionali. La Telecom Italia è il risultato delle privatizzazioni, prima saccheggiata ed ora espropriata dai giochi finanziari internazionali. Accanto alla poca credibilità della nuova compagine industriale, conclude Vinti, si apre un nuovo fronte sul tema dell’occupazione”.

Fonte: www.regione.umbria.it [MORE]