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Telecom, allarme del Copasir: «A rischio sicurezza nazionale». Letta: «Vigileremo ma è privata»

MILANO, 25 SETTEMBRE 2013All’indomani della cessione del controllo di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica è caccia al responsabile per quella che di certo è da considerarsi come una vera e propria sconfitta per l’economia del Paese.[MORE]

Un primo scambio d’accuse è iniziato questa mattina con il viceministro allo Sviluppo, Antonio Catricalà, che, in un’intervista al Messaggero, puntava il dito contro i vertici italiani dell’azienda: «nessuno ci ha avvertito – ha dichiarato stizzito Catricalà – se lo avessero fatto sarebbe stato meglio».

Pronta la risposta del presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, intervenuto questa mattina al Senato: «per arrivare a scelte differenti bisognava tutti pensarci prima. Se il sistema Italia fosse stato davvero così preoccupato del futuro di Telecom Italia come negli ultimi due giorni forse sarebbe stato possibile un intervento più strutturale». Lo stesso Bernabè ha inoltre confermato che soltanto ieri «abbiamo avuto conoscenza della lettura dei comunicati stampa della recente modifica dell’accordo parasociale tra gli azionisti di Telco - quest’ultima è la holding che controlla il 22.4% del capitale di Telecom Italia – Telefonica – ha spiegato Bernabè – diventerà azionista di riferimento di una società che resterà quotata con circa l’85% del capitale sul mercato, comprese le azioni di risparmio».

Insomma una faccenda che sembra rientrare nella piena normalità delle dinamiche dei mercati finanziari, come d’altronde confermava anche questa mattina il premier Enrico Letta che dagli Stati Uniti, in visita ufficiale, dichiarava: «Guardiamo, valutiamo, vigileremo sul fronte occupazionale, ma bisogna ricordare che Telecom è una società privata e siamo in un mercato europeo». Inoltre, lo stesso presidente del Consiglio precisava come «i capitali europei potrebbero aiutare Telecom ad essere migliore rispetto a come è stata in questi 15 anni, ma – precisava sempre il premier Letta – ci sono assetti strategici, come la rete che non dobbiamo perdere. Adesso la preoccupazione principale è l’occupazione».

Parole queste che non hanno di certo confortato i sindacati. Infatti, Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto mediante una nota ufficiale un incontro urgente con il premier: «la modifica dell’azionariato di Telecom Italia – si legge nel comunicato – provoca conseguenze rilevantissime in un settore strategico per il futuro del nostro Paese». Le stime avanzate da Michele Azzola dirigente della Slc Cgil parlano di 16mila posti di lavoro a rischio.
Anche le forze politiche di maggioranza, Pd e Pdl, si dimostrano insolitamente concordi e chiedono al governo di riferire in Parlamento. Invito accolto dal premier che ha fatto sapere che sulla vicenda Telecome riferirà alla Camera martedì 1 ottobre alle 10.30.

Ma nelle ultime ore a sollevare un ulteriore quanto lecita questione è il presidente della Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Giacomo Stucchi, che all’Ansa ha fatto presente come la cessione di Telecom a Telefonica «pone seri problemi di sicurezza nazionale, visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate».

(Immagine da tg.la7.it)

Giovanni Maria Elia