Teatro Menotti, presentazione della stagione 2012-13
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Teatro Menotti, presentazione della stagione 2012-13

mercoledì 26 settembre, 2012

MILANO, 26 SETTEMBRE 2012 -  Comicità d’autore, i classici, parole in musica e la drammaturgia contemporanea. Una stagione che conferma un modo di fare e pensare il teatro tra le suggestioni del tempo presente, lo sguardo attento e irriverente sul repertorio, e l’originalità delle contaminazioni tra i linguaggi. Si parte il 26 ottobre con Gianrico Carofiglio e la sua Manomissione delle parole. Claudio Santamaria e Filippo Nigro portano in scena Occidente solitario, testo tragicomico di Martin McDonagh. Maddalena Crippa è la protagonista di Anima errante di Roberto Cavosi, per la regia di Carmelo Rifici, storia di una madre all’indomani del disastro di Seveso del 1976. Arturo Cirillo dirige Ferdinando di Annibale Ruccello. E poi i classici: il Ventaglio di Goldoni e Otello di Shakespeare. Teatro-musica per Giorgio Gaber interpretato da Maria Laura Baccarini, il mondo di Fabrizio De André con All’ombra dell’ultimo sole e i racconti delle barberie di Palermo di Massimo Venturiello. Risate con Groucho Marx, Stefano Benni e l’Agnes Browne di Lucia Vasini. Un’attenzione speciale a Milano e ai temi della convivenza civile per El nost Milan, con l’Orchestra di Via Padova.
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Presentazione di Emilio Russo, Direttore Artistico Tieffe Teatro

Sono occasioni di incontro quelle che si alterneranno sul palcoscenico del Menotti, per una stagione 2012/13 sempre di più proiettata a confermare un “nostro” fare e pensare il teatro tra le suggestioni del tempo presente, lo sguardo attento e anche “irriverente” sul repertorio, l’originalità delle contaminazioni tra i linguaggi. Un cartellone non contaminato da tentazioni bulimiche del fare per fare, ma composto da poche e ragionate scelte, da presentare e accompagnare con cura e dedizione. Scelte mai casuali supportate da attività collaterali di approfondimento, materiali informativi ancora più completi e lunghe teniture. Un Teatro Menotti che all’apertura del sipario della prossima stagione si presenterà con un re-styling che renderà la sala decisamente più confortevole e gradevole, non alterando il fascino di uno dei luoghi più amati nella composita mappa culturale della città.

Comicità d’autore. Groucho Marx. Stefano Benni. Agnes Browne.
Marx e Benni, due autori che hanno in comune la continua sfida alle barriere linguistiche e alle convenzioni sociali, abbattendo con formidabili fendenti di surreale e poetica lucidità. Groucho Marx e Stefano Benni, ovvero penne intinte nell’acido muriatico. Presentiamo, per la prima volta al Menotti, il nostro Chiamatemi Groucho, a grande richiesta dopo cinque stagioni di sold-out. In prima assoluta proponiamo Benni Suite, una serata tra parole e musica, in viaggio tra i personaggi, le ballate e i blues dell’autore bolognese.
Grazie, ho trascorso una serata davvero meravigliosa. Ma non è questa - Groucho Marx
Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee - Stefano Benni

Per la prima volta in teatro la “saga” di Agnes Browne, il personaggio creato dall’autore irlandese Brendan O’Carroll, che in quattro libri/icona ha ricostruito la vita di una donna e dei suoi sette figli tra implacabile comicità e irresistibile commozione. Sarà Lucia Vasini, con altrettanta ironia e tenerezza, a ridare vita a questo capolavoro della comicità, uno strepitoso ritratto di donna, un inno alla Dublino proletaria, tra pinte di birra, battute, affetti e leggerezza.
Spesso aveva la sensazione che la sua vita non fosse che una serie di sacchi di patate da due chili - Brendan O’Carroll

I classici e il tempo presente. Shakespeare. Goldoni.
Il nostro viaggio nella comicità volge inevitabilmente lo sguardo al passato, incontrando e riscoprendo uno dei più grandi maestri, Carlo Goldoni. Lo facciamo con un capolavoro caratterizzato da irresistibili intrecci comici e dallo sberleffo verso la tragica malattia del vivere. Ma la versione che presentiamo propone una lettura contemporanea ricca di suggestioni e curiosità sceniche. Il ventaglio, rivisto dal giovane regista Alberto Oliva, inquadra la commedia esaltandone le note grottesche, per una formidabile e dinamica compagnia di attori e cantanti.
Che vuole ch'io dica? Sono cose da ridere veramente - Carlo Goldoni
Ma ancora più originale è l’ambientazione che Massimo Navone sceglie per il suo Otello, ovvero una milonga di tangueros, dove far agire i personaggi della tragedia scespiriana tra i ritmi e i sospiri della danza argentina. In scena una compagnia di giovani attori per uno spettacolo/progetto di ampio respiro. Passione e colore.
Gli uomini dovrebbero essere quello che sembrano - William Shakespeare

Parole in musica. Gaber. De André. L’Orchestra di via Padova. Massimo Venturiello e l’orchestra “da barba” siciliana.
Dai ritmi trascinanti del tango argentino il nostro viaggio continua con gli omaggi a due dei nostri poeti e musicisti più cari: Giorgio Gaber e Fabrizio De André.
La voce e l’energia di Maria Laura Baccarini in Io, Gaber e le cose, mette a nudo l’essere umano dei nostri tempi, in un percorso intimistico all’interno dell’antologia gaberiana.
Il gruppo di giovani attori di All’ombra dell’ultimo sole dà vita a un musical anomalo ispirato al mondo di Faber: il racconto di un percorso generazionale tra sogno, illusioni e sconfitte.
Non si è mai abbastanza coraggiosi da essere vigliacchi definitivamente - Giorgio Gaber
...Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria - Fabrizio De André

Ne El Nost Milan - concerto teatrale per una città gli attori di Tieffe si confrontano con i suoni, i colori e i sapori della straordinaria Orchestra di via Padova, per un concerto di musica e parole dedicato a Milano e ai temi della convivenza civile e della tolleranza. Per tentare di mutare, non con un gioco della nostalgia, la realtà di questa nostra Milano e scuoterci con infiniti interrogativi proprio sul divenire della nostra convivenza che non sappiamo più se è giusto chiamare umana e civile - Giorgio Strehler.
Sono invece autentici barbieri palermitani ad accompagnare U’Varveri - il barbiere - ovvero Massimo Venturiello per un racconto musicale a metà tra Andrea Camilleri e Buena Vista Social Club. [MORE]

Un barbiere che si rispetti è il custode di mille segreti e la spia per eccellenza. Se volete sapere le ultime novità, se volete ascoltare l’ultima melodia solo da lui dovete andare: ‘U Varveri! - Gianni Clementi

Altre storie. Annibale Ruccello. Martin McDonagh. Roberto Cavosi. Paola Ponti.
Maddalena Crippa, in Anima errante, è protagonista di una storia di impegno civile ed esistenzialismo, per la regia di Carmelo Rifici. Partendo dalla tragedia di Seveso, Roberto Cavosi descrive una parabola sul senso della vita. A distanza di trentacinque anni dal disastro che colpì la cittadina lombarda, lo spettacolo, prodotto da Tieffe, debutterà nel prossimo luglio al Festival di San Miniato.
Se quel giorno non ci fosse stato il vento forse il veleno sarebbe rimasto sulla fabbrica invece di arrivare su di noi - Roberto Cavosi
Sfiora il tema religioso condito con un linguaggio particolarmente aggressivo e cruento Occidente Solitario, testo tragicomico del pluripremiato autore inglese Martin McDonagh. In scena due tra gli attori più apprezzati del nuovo cinema italiano, Claudio Santamaria e Filippo Nigro.
La giusta chiave di lettura di questo testo ce l'ha indicata Samuel Beckett quando ha affermato: “Non c'è niente di più comico dell’infelicità - Martin Mc Donagh
È uno dei capolavori della drammaturgia italiana degli ultimi anni, che nel 1986 sancì il grande talento di Annibale Ruccello, scomparso troppo prematuramente. Si tratta di Ferdinando, originale e lancinante racconto della Napoli post borbonica, in bilico tra i nuovi e i vecchi tiranni. A metterlo in scena e a interpretarlo sarà il talento visionario di Arturo Cirillo.
‘O sapite quanto tengo a schifo ‘sta lengua ‘e invasore straniera... ’ca nun tene manco ll’eleganza d’ ‘o frangese... - Annibale Ruccello
Affronta uno dei tabù del Novecento, lo spettacolo Una cena armena di Paola Ponti. Una strage di oltre un milione e cinquecento esseri umani che nel 1915 ha sterminato l’intera popolazione armena, tra indifferenza e connivenza. La regia e il ruolo da protagonista sono affidati a Danilo Nigrelli.

Non si può sempre sperare di vedere la fine... Non si ha il tempo. Ma il tempo, lui, non finisce - Paola Ponti

La stagione 2012/13 del Teatro Menotti è dedicata alla Cooperativa Sociale Cascina Bianca, nata nel 1996, operante nel settore dei servizi alla persona. Parte degli incassi della stagione verrà destinata alla Cooperativa, in particolare in relazione al progetto, che inizia proprio in questo giugno 2012, di gestione della Cascina Coriasco presso il comune di Lachiarella.

 

Dal 26 al 28 ottobre 2012
Teatro Kismet OperA
LA MANOMISSIONE DELLE PAROLE
di e con Gianrico Carofiglio
musiche dal vivo di Michele Di Lallo maestro di fagotto
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
regia Teresa Ludovico

La manomissione delle parole è una riflessione sull'uso dei termini, sulla loro funzione, sul valore che essi hanno nella costruzione delle storie di ciascuno di noi, tanto da essere pilastri della nostra vita etica e civile. In scena Carofiglio, l’attore-autore dell’opera, in costante dialogo con la versatilità espressiva del fagotto di Michele Di Lallo, intreccerà brani tratti dal libro a improvvisazioni tematiche in una partitura fluida e lieve. L’autore costruisce un'indagine letteraria politica e giudiziaria a partire da alcune citazioni di personaggi diversissimi tra loro, da Aristotele a Cicerone, da Dante a Primo Levi, da Calvino a Nadine Gordimer, da Obama a Bob Dylan. L’importanza delle parole, delle parole al potere, è al centro del testo di Carofiglio che ci ricorda che dire è fare.

Le nostre parole sono spesso prive di significato. Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole, le abbiamo rese bozzoli vuoti. Per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo farle a pezzi e poi ricostruirle. Nei nostri seminari chiamiamo “manomissione” questa operazione di rottura e ricostruzione. La parola manomissione ha due significati, in apparenza molto diversi. Nel primo significato essa è sinonimo di alterazione, violazione, danneggiamento. Nel secondo, che discende direttamente dall’antico diritto romano (manomissione era la cerimonia con cui uno schiavo veniva liberato), essa è sinonimo di liberazione, riscatto, emancipazione. La manomissione delle parole include entrambi questi significati. Noi facciamo a pezzi le parole (le manomettiamo, nel senso di alterarle, violarle) e poi le rimontiamo (nel senso di liberarle dai vincoli delle convenzioni verbali e dei non significati). Solo dopo la manomissione, possiamo usare le nostre parole per raccontare storie.
Gianrico Carofiglio - Ragionevoli Dubbi

 

Rosy Merola


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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