Politica

Tear down the Rubber Wall: ammissione francese a 34 anni dalla strage di Ustica

 ROMA, 27 GIUGNO 2014 – Il muro di gomma pare sia finalmente destinato a crollare, al bisogno di far luce su una verità in lista d'attesa da almeno 34 anni: la strage di Ustica per la prima volta da quel famigerato 27 giugno 1980 iscrive nelle indagini un'ammissione francese, da parte di 14 ex militari dell'Armée de l'air rintracciati dalla procura di Roma, i quali hanno ammesso di aver volato nei cieli del Mediterraneo ben oltre le dichiarate cinque del pomeriggio, orario in cui s'è finora sostenuto che la base di Solenzara, in Corsica, fosse rimasta “chiusa” dalla metà di quel pomeriggio.

Una svolta, insomma, che in realtà non dovrebbe destare eccessivo clamore, dal momento che la “responsabilità francese” dell'incidente fu d'istinto menzionata, subito dopo il disastro, dallo stesso Cossiga. Per non parlare delle dichiarazioni di Rosario Priore, giudice istruttore per il caso Ustica, che in un'intervista di Giovanni Fasanella parlava di «groviglio di verità “indicibili”, che nascevano dalla nostra politica mediterranea, in particolare verso la Libia, e dall'irritazione che quella politica provocava nei nostri alleati europei. Se quelle verità fossero venute pubblicamente a galla, non sarebbero rimaste prive di conseguenze».

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Una delle piste più accreditate – e maggiormente taciute – riguarda la presenza, quella notte, di due Mig libici nei cieli italiani, che si tentò prontamente di abbattere, mettendo su una vera e propria “guerra-lampo” non dichiarata. Nonostante l'embargo della Libia, Gheddafi riusciva comunque a sfruttare un corridoio sul Tirreno che non aveva la protezione del NADGE, per poter portare i propri aerei a Venezia in manutenzione. La sfortuna del DC-9 dell'Itavia, quella notte, fu di trovarsi nel corridoio sbagliato al momento sbagliato: si suppone che in uno dei Mig libici volasse anche Gheddafi in persona, e che s'era nascosto sotto il velivolo civile per sfuggire ai radar. Ma nel tentativo di abbattere il Mig, un missile colpì invece il DC-9.

Alla caccia al Mig pare avrebbe partecipato anche un aereo americano, come registrato dai centri radaristici attivi quella sera, con buona pace di chi nel corso degli anni ha sempre affermato che nessuna torre di controllo avesse rilevato alcun movimento anomalo né a terra né in mare.

Dopo decenni di silenzio da parte dell'Eliseo, dunque, entra in gioco la Francia, e alle dichiarazioni degli avieri in servizio in Corsica si potrebbero presto aggiungere, nel giro di qualche mese, ulteriori dettagli dal contenuto di altre dichiarazioni, o dalle documentazioni dei movimenti navali effettuati quel giorno, e da ulteriori dettagli forniti dalla Nato.

Foto: ilfattoquotidiano.it

Dino Buonaiuto