Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO – 19 GIU 2010 – Nel corso della tavola rotonda “Per una rinnovata politica di sviluppo del territorio: lavoro, imprese, qualità della vita. Il ruolo delle istituzioni e delle forze sociali”, tenuta ieri a Lamezia Terme, la Fai-Cisl calabrese ha portato all'attenzione della Politica regionale e degli attori economici le sue proposte per lo sviluppo della Regione. Alla relazione del segretario generale Giuseppe Gualtieri, sono seguiti importanti contributi del mondo produttivo agricolo (Coldiretti e Confagricoltura), dell'assessore regionale all’Agricoltura e Forestazione Michele Trematerra, del vice presidente dell'Unione regionale dei Consorzi di Bonifica Vincenzo Torchia, del presidente dell'Uncem calabrese Vincenzo Mazzei. [MORE]La Cisl regionale è stata presente con il segretario generale Paolo Tramonti. Nella sua relazione Gualtieri ha proposto un'analisi delle debolezze del settore agricolo calabrese, ma anche individuato idee per superarle a partire da una innovativa capacità delle imprese di fare sistema valorizzando le strutture e le dinamiche imprenditoriali della filiera. «La debolezza delle aziende agricole - ha rilevato Gualtieri - causata dalla eccessiva frammentazione, va aiutata non più con i tradizionali e deresponsabilizzanti aiuti a pioggia, ma con interventi finalizzati a obiettivi riconosciuti strategici e verificabili, anche condizionati al rispetto delle leggi fiscali, previdenziali e dei contratti di lavoro. Decenni di spesa pubblica a favore dell'agricoltura nel Sud - ha insistito Gualtieri - non hanno migliorato la struttura delle aziende e non le hanno incentivate verso forme associative o moderne filiere, capaci di opporsi alla speculazione dei cartelli commerciali» Una ferrea distinzione tra vere imprese orientate al mercato e percettori di sussidi, rilancio della missione primaria delle organizzazioni professionali alla concentrazione dell'offerta, sostegno ad un progetto per una diffusa ed efficiente rete irrigua e idraulica cui responsabilizzare i Consorzi di Bonifica, governati da forme di non finta democrazia e con parametri di produttività non equivoci, una straordinaria capacità di spendere le ingenti risorse europee ad alto rischio di restituzione, la cantierizzazione di progetti di sviluppo finanziati dai Fondi FAS dismettendo la consuetudine di uno sterile e pauperistico rivendicazionismo di titolarità sono stati alcuni degli argomenti trattati dai numerosi protagonisti del dibattito. Altri temi proposti dalla relazione del segretario della Fai sono stati quelli della tutela del territorio, della valorizzazione delle risorse ambientali e della Montagna. «La Montagna - ha detto il segretario generale della Fai-Cisl Augusto Cianfoni nel suo intervento conclusivo - è metafora diretta del Mezzogiorno! Grande risorsa purtroppo inespressa per mancanza di programmazione e per l'interesse della politica a fare business del pronto soccorso nelle calamità naturali. Parlare di montagna, specie in Calabria, è parlare di forestazione. La Fai - ha precisato il segretario - vuole una volta per tutte sfatare un equivoco antico alibi per tutti i salotti radical-chic e per politici ignoranti e talvolta disonesti: il lavoro forestale che noi difendiamo è quello necessario alla regimentazione delle acque,alle opere idraulico agrarie, alla manutenzione ordinaria del bosco, alle attività di prevenzione incendi e loro spegnimento, alla gestione in forma di impresa di tutte le risorse della filiera: bosco, acque, legname, turismo, agriturismo, energie rinnovabili, prodotti del sottobosco. Per fare tutto ciò la gestione solo pubblica non basta. Vogliamo che all'AFOR sia riconsegnata la nobile missione delle origini, mortificata da una invadente politica che ne ha amputato ogni carattere di impresa. Una nuova Afor che agisca secondo una programmazione (questa sì!) regionale, ma responsabilizzata a pianificare le proprie attività e a realizzarle con piena e inequivocabile managerialità di responsabili, scelti non secondo il solito criterio delle fedeltà e delle appartenenze politiche, ma per titoli e capacità dimostrabili. Una Afor così - ha insistito Cianfoni - può e, secondo noi, deve accettare la positiva sfida di concorrere attivamente con Comunità montane, Consorzi di Bonifica e Consorzi o Associazioni tra Comuni». «L'Italia - ha ribadito il segretario generale della Fai esprimendo condivisione a quanto detto dalla relazione di Gualtieri e dagli interventi dei rappresentanti istituzionali e imprenditoriali - ha bisogno di un Sud incamminato verso un solido e duraturo sviluppo e il Sud per concorrervi deve puntare prioritariamente su tre grandi risorse: agroalimentare di filiera, tutela dell'ambiente e della montagna, turismo. L'agroalimentare ha bisogno del turismo e viceversa, un equilibrato e risanato ambiente marino, collinare e montano può catalizzare turismo e riportare la gente in montagna, processo demografico da sostenere e incentivare mediante quella clausola sociale a favore della montagna povera italiana che - ha ricordato Cianfoni - nei giorni scorsi abbiamo suggerito, insieme a Uncem e Federforeste, al presidente del Consiglio dei Ministri e ai Governatori delle Regioni». «In questo scenario di responsabile impegno - ha concluso il segretario generale della Fai - la contrattazione e la concertazione sono i nostri irrinunciabili strumenti. Il sindacato ha bisogno di imprese vere e non finte per tutelare il lavoro vero. Le imprese agricole e non solo esse hanno bisogno di aiuti e di flessibilità. Noi ce ne facciamo carico con il codice etico e politico iscritto nel dna della Cisl: di tutto si può discutere purché su tutto vi sia la disponibilità a contrattare. Fenomeni come lavoro nero, caporalato, criminalità organizzata possono essere sconfitti anche con inequivocabili affidamenti relazionali tra gli attori economici e quelli sociali perché concorrono a ricostituire quell'humus di attiva responsabilità che il Paese mostra di aver smarrito». Il segretario generale della Cisl calabrese Paolo Tramonti ha ricordato come per uno sviluppo integrato di un territorio complesso come la Calabria ci sia bisogno del concorso non ordinario di molti attori pubblici e privati, animati da una forte responsabilità in alternativa alla cultura degli opportunismi. «Le parti sociali - ha detto Tramonti - hanno fatto quanto loro competeva e continueranno a fare la loro parte. Ci siamo dati nuovi affidamenti relazionali con l'accordo del 22 gennaio 2009 ed abbiamo rinnovato decine di contratti in tutti i settori che preludono ad una stagione importante per la contrattazione articolata che dovrà consentire di difendere la competitività delle imprese e dei territori, ma anche dare più ossigeno alle buste paga di chi lavora; dovranno sviluppare anche quella bilateralità che deve sostituire la cultura dell'antagonismo con quella della partecipazione». Un intervento molto sentito e non formale quello di Paolo Tramonti il quale ha confermato tutto l'impegno della Cisl a favore dello sviluppo condividendo con la Fai che esso in Calabria deve puntare principalmente sulle tre grandi risorse dell'agroalimentare, del turismo, della tutela ambientale e della montagna senza dimenticare le sinergie che possono innescare non solo per la Calabria il porto di Gioia Tauro e le nuove autostrade del mare». Insomma un convegno importante per una Regione importante del Sud troppo spesso ricordata per fenomeni criminosi e per le tante riconosciute, inespresse potenzialità. Da parte della Segreteria nazionale sono stati espressi vivi apprezzamenti per l'iniziativa, realizzata nel solco dei programmi di convegnistica sul Mezzogiorno, inaugurata il 16 aprile con il Convegno tenuto a Roma dalla Fai nazionale.