Cronaca
Taranto, Ilva: "Tutto l'acciaio del mondo non vale la vita di un singolo bambino" [VIDEO]
TARANTO, 4 GIUGNO 2013 - Luci puntate sulla questione da sempre irrisolta, Ilva di Taranto. Con un'informativa urgente, da questa mattina se ne discute al Governo. Alle 15 si è riunito il consiglio dei ministri per dare il via a un decreto che come ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato interverrà sulla gestione dell'Ilva.
Si propone una soluzione «attraverso la temporanea sospensione degli organi societari» e «la nomina di un commissario in modo da far convogliare le risorse al risanamento» dell'impianto. Continuando, «al termine di questa fase eccezionale, straordinaria si potranno ricostituire gli organi societari restituendo alla proprietà gestione e risorse economiche, ove ancora ne esistano».
L'On. De Lorenzis del Movimento Cinque Stelle interviene, evidenziando come non si tratta più di mancanze economiche e strutturali. Sono la malattia e la morte che non lasciano al cittadino, la possibilità di intravedere una soluzione che sia di fatto concreta. Ogni anno 30 decessi, le cui cause sono attribuibili direttamente all'Ilva. Si parla di migliaia di ricoveri soprattutto nei reparti pediatrici. Si parla di bambini che a Taranto hanno “il sangue pesante” perché ricco di piombo. Si parla di latte materno contaminato dalla diossina. Si tratta di una città abbandonata al proprio destino, dove non è possibile neanche tumolare i propri morti per la contaminazione del terreno.
Il diritto alla salute viene calpestato e fatto a pezzi da chi non ha mai provato sulla propria pelle, il disastro ambientale. Viene prepotentemente vanificato il diritto di vedere la propria città rinascere. È una condanna a morte. Una condanna che non dovrebbe subire nessun essere umano, ma che di fatto è all'ordine del giorno. Un continuo e costante interesse di facciata non è più necessario ai cittadini che ormai sono consapevoli. Le soluzioni sono possibili se c'è la volontà di attuarle. “Ai posteri, l'ardua sentenza”.
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