Talerico, io sarò sempre dalla parte della Giustizia e del rispetto delle Leggi
Politica Calabria Catanzaro

Talerico, io sarò sempre dalla parte della Giustizia e del rispetto delle Leggi

martedì 31 dicembre, 2024

Talerico, io sarò sempre dalla parte della Giustizia e del rispetto delle Leggi, ma quello che oggi fa paura è che spesso la Giustizia e l’interpretazione delle leggi non sono sempre esercitate per la ricerca della verità e secondo gli schemi del giusto processo.

Oggi in tanti processi vengono coinvolti troppi imputati che poi vengono dichiarati innocenti a distanz adi troppi anni.

Purtroppo, ad essere coinvolti non sono solo i singoli soggetti imputati/indagati, ma anche le loro famiglie, per il discredito ed il fango che situazioni del genere determinano anche da parte di chi pur non conoscendo le carte processuali si permette di commentare e giudicare con cotanta cattiveria.

Non auguro a nessuno di vedersi giungere nel bel mezzo della notte le forze dell’ordine per essere portati via in manette dinnanzi ai propri figli o di rimanere lontani dai propri cari in una fredda cella.

Questo non è lo Stato di diritto che dobbiamo offrire al Paese.

Non lo possiamo accettare, poiché non vengono distrutte soltanto carriere professionali, politiche ma anche tante persone e famiglie!

Al di là delle belle relazioni ministeriali purtroppo rimane centrale il tema dei numerosi errori giudiziari che annualmente anche in Calabria conducono ingiustamente in carcere, ancora, troppe persone innocenti.        

 

In Italia dal 1991 al 31 dicembre 2023 i casi di errori giudiziari sono stati 31.397: in media, poco più di 951 persone all’anno (in questo totale manca il dato complessivo degli errori giudiziari del 2023). Il tutto per una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri: 960 milionie781 mila euro, per una media di poco inferiore ai 29 milioni e 114 mila euro l’anno (e anche in questo caso, non è disponibile il dato complessivo per la spesa in risarcimenti da errori giudiziari del 2023).

E questo senza naturalmente tener conto di quell’esercito di innocenti invisibili che sfuggono alle statistiche, poiché a prescindere dalla loro assoluzione non viene riconosciuto alcun indennizzo!         

Addirittura poi anche per il 2022 in tema di indennizzi versati per ingiusta detenzione il report del Ministero della Giustizia evidenzia ancora il primato della Calabria: difatti siamo la Regione costretta ai maggiori risarcimenti per ingiuste detenzioni (quasi la metà del totale nazionale).

Del resto, si continua solo a parlare, senza purtroppo concretamente intervenire sul tragico sovraffollamento delle carceri e sul dato allarmante dei suicidi dietro le sbarre, ben 86 già nel solo 2024 (nel 2023 furono 80), nel silenzio assordante dei media, della politica che decide e di tutti coloro che sovraintendono l’esecuzione della pena.

Ecco perchè i cittadini devono pretendere una Giustizia che si regga sull’indipendenza, sulla autorevolezza e coraggio di quei Magistrati che usano con sapienza ed equilibrio quel loro potere a volte terribile ed a volte irreversibile in grado di cambiare la vita ed il destino del condannato e delle loro famiglie, attraverso il semplice esercizio della loro funzione giurisdizionale, con quel grado di umanità che spesso manca nelle Aule di Giustizia.            

Siamo tutti convinti che occorra procedere allo smantellamento degli apparati deviati, di quelli collusi e di quelli che con la ndrangheta fanno affari.    

Ma è anche necessario che la magistratura non subisca pressioni mediatiche o peggio ancora condizionamenti ambientali, anche indiretti e/o indotti da fattori contingenti, come la vicinanza alla politica o la fame di potere o peggio ancora dalla sindrome del carrierismo cinico che mette in conto anche il sacrificio degli innocenti.

Occorre anche che il potere giudiziario con il gioco delle correnti interne non si confonda con gli altri poteri dello Stato, o peggio ancora che non ne influenzi le scelte facendo pressioni sull’esecutivo per impedire ad esempio la separazione delle carriere o la riforma del CSM, compreso il suo sistema elettorale.

La Magistratura non deve essere collaterale con i governi e le maggioranze di turno.

Resta poi il ruolo dell’Avvocatura che deve ritrovare autorevolezza e coraggio, oltre che pretendere e conquistarsi il rispetto da parte della Magistratura, ed in particolare da quella magistratura che a volte si schiera non già contro i reati, ma contro le persone.

Deliri di onnipotenza e tracotanza del potere che rimangono sempre impuniti !

Ma è proprio questa visione autoreferenziale ed anacronistica di una parte della magistratura ad aver determinato le incalcolabili ed ingiuste detenzioni e ad enfatizzare sempre più quel populismo giudiziario che riflette perfettamente quanto Aristotele chiamava «demagogia», ossia quella «forma degenerata di democrazia» in cui «sovrana è la massa e, non la legge».

Questo “demagogia giudiziaria” ha spesso travolto la vita di un elenco infinito di imputati, spesso per il ruolo politico o mediatico ricoperto (per dare così maggiore risalto alle indagini e per costruire carriere di molti magistrati), come l’ex Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, l’ex Presidente del Consiglio Regionale Domenico Tallini, l’ex sindaco di Rende Marcello Manna, l’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, l’ex sindaco di Strongoli Michele Laurenzano, l’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, gli ex sindaci di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria e Gesualdo Costantino, l’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, l’ex sindaco di Crotone Ugo Pugliese, l’ex sindaco di Cirò Marina Nicodemo Parrilla, l’ex sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, l’ex sindaco di Crotone Peppino Vallone.         

L’elenco degli amministratori (sindaci, consiglieri e assessori) è lunghissimo, ovviamente tutti assolti purtroppo a distanza di anni, di troppi anni, che spesso lasciano solo il ricordo spettacolare dell’arresto e privano di ogni significato sociale e giuridico financo l’assoluzione.

Sia pur vero che gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime e, non perché escludono di commetterla.

Ecco perché non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.     

         

Prima di giudicare coloro che vengono indagati ed arrestati fermiamoci, attendiamo la verità del processo, nella speranza che il processo sia giusto secondo quel concetto e senso di Giustizia che in molti hanno smarrito.

Buon inizio di anno

Avv. Antonello Talerico

Consigliere Nazionale Forense

Consigliere Regionale – Forza Italia


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