Cronaca

Talarico: Quei morti di Lampedusa li sentiamo come nostri morti

CATANZARO, 4 OTOBRE 2013 - Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, commenta il tragico evento dello sbarco di Lampedusa avvenuto ieri in mattinata. Nelle sue parole l'importanza della vita e della dignità umana, un appello ad una maggiore coscienza da parte di chi ha in questo momento la responsabilità. Un grido forte perchè mai si ripeta una tragedia simile.

"Non vogliamo più contare i morti e piangere per tragedie come quella di Lampedusa, che si possono evitare se l'Europa e l' Occidente non perdessero definitivamente quello che è il senso e il valore della vita. Noi in Calabria, come in Sicilia e in altri territori del Meridione, queste catastrofi mediterranee le viviamo con l'angoscia di discendenti di uomini e donne che hanno vissuto un esodo epocale, ai tempi della grande emigrazione italiana, quando si partiva per miseria e per fame. La nostra commozione, di fronte a simili sciagure, è il sentimento forte di un coinvolgimento diretto nella tragedia; è il rivivere lutti e sofferenze dei nostri progenitori. Quei morti di Lampedusa li sentiamo come nostri morti. Quando sulle coste della Calabria e della Sicilia, le popolazioni, soccorrono, assistono e curano gli immigrati che fuggono dai loro paesi, per motivi politici, per bisogno o per povertà assoluta, lo fanno con lo spirito di accoglienza e generosità che contraddistingue la gente del Sud che, nonostante le contraddizioni del presente, conserva i valori robusti che sono a fondamento della personalià umana".

"Il numero di morti di Lampedusa ha fatto sì che l'opinione pubblica europea ed occidentale, si impressionasse e si commuovesse, per l'enormità della tragedia, ma noi, in Calabria, nel Sud, abbiamo ben presente che, sommati negli anni, i morti per naufragio nel Mediterraneo sono migliaia e che è da tempo che l'Europa si sarebbe dovuta accorgere e intervenire con aiuti e non con restrizioni, o peggio con l'indifferenza. Noi, tutti, ci dobbiamo chiedere cosa possiamo fare per una vita umana quando è in pericolo. Le lacrime e la partecipazione al dolore non bastano. Chi ha responsabilità deve agire e in questo momento non può che chinare il capo di fronte al monito di papa Francesco che ha pronunciato una sola parola: " Vergogna! ".

Occorre - conclude Talarico - una mobilitazione delle istituzioni, regionali e nazionali, per spronare l'Europa ad avere una strategia e una politica per il Mediterraneo. La stessa ‘Unione per il Mediterraneo’ che è nata con l'idea di promuovere un dialogo sempre più stretto tra l'Europa e il Mediterraneo, è caduta nel dimenticatoio della diplomazia euro-mediterranea. Bisogna riavviare subito il dialogo tra l'Europa e i paesi mediterranei, che parta, prioritariamente, dalla difesa della vita e che sia capace di coinvolgere le società civili dei paesi interessati, aprendo, anche attraverso le regioni meridionali, nuovi canali di comunicazione, non solo economici, ma prima di tutto umanitari, interculturali e politici". [MORE]
 

(Fonte AGI)

Elisa Signoretti