Politica
Taglia-stipendi, il ddl torna in Commissione. La rabbia del M5s: "È inaccettabile"
ROMA, 25 OTTOBRE - Il ddl sul trattamento economico e previdenziale dei membri del Parlamento torna in commissione alla Camera. L'Assemblea di Montecitorio, con 109 voti di scarto, ha infatti approvato la richiesta di rinvio della proposta di legge del M5S sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. La maggioranza ha votato a favore del rinvio, mentre tutte le altre forze politiche, tranne i deputati di Conservatori e riformisti che si sono astenuti, hanno votato contro. [MORE]
Dopo il rinvio in commissione del ddl, è subito esplosa la rabbia del M5S. Il deputato Alessandro Di Battista, in piazza a Montecitorio con un drappello di parlamentari, ha detto: «Quella di oggi è la dimostrazione plastica di quello che sono questi politici: sono indignato! Spero che a dicembre metteremo fine a questo disgusto». «Siamo Davide contro Golia ma non molleremo di un centimetro! Viva la Repubblica viva la sovranità popolare», ha proseguito il deputato pentastellato parlando agli attivisti M5S, circa un centinaio, venuti a Montecitorio per attendere l'esito del voto sulla proposta di legge del Movimento.
«Fino al 4 dicembre si va avanti – ha concluso Di Battista - saliremo sui treni per difendere quei brandelli di sovranità popolare che ancora resistono».
Sul rinvio del ddl sul taglio degli stipendi dei parlamentari è intervenuto anche Beppe Grillo, attraverso un post sul suo blog, dal titolo “Da pace e bene a pace e rumina". Grillo ha paragonato i deputati Pd a «vacche autonominatosi sacre». Il loro, si legge ancora nel post , «è il modo più profondo di tradire la fiducia, e il mandato che hanno ricevuto dagli elettori: una questione di fedeltà al mandato Costituzionale».
La decisione di rinviare in Commissione il disegno di legge è stata definita «inaccettabile» dalla promotrice Lombardi e rifiutata anche da Forza Italia, FdI e Sinistra italiana.
«Avremmo preferito - ha detto Roberto Occhiuto di FI - una discussione più approfondita in commissione, senza la tentazione di far diventare il tema uno spot o un'occasione per delegittimare le istituzioni. Ma siccome sappiamo che la proposta va in quota all'opposizione, riteniamo sia giusto non comprimere il diritto delle opposizioni di discutere le loro proposte, per questo siamo contro il rinvio».
[foto: lastampa.it]
Antonella Sica