Salute

Tagli alla sanità e settore farmaceutico

23 SETTEMBRE 2015 - Ancora una volta il nostro servizio pubblico sarà messo a dura prova dalla severa politica economica comunitaria, soprattutto in ambito di salute pubblica. La spending review, da cui il Governo conta di recuperare circa 10 miliardi di euro, prevede tagli alla spesa consistenti, parte dei quali riguarderanno proprio la Sanità. Questo il Premier Renzi non lo ha detto esplicitamente, ma il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al termine della Conferenza Stato-Regioni, ha appena annunciato che è stata raggiunta l'intesa per attuare un taglio di 200 milioni all’assistenza farmaceutica per «compensare il mancato incremento sul fondo senza che ci sia uno stravolgimento delle leve né dell'impianto del patto della salute».   [MORE]

Quello che viene indicato come ottimizzazione delle spese ed eliminazione di tutti i costi superflui ed inutili peserà di fatto tantissimo su un settore già da tempo nel mirino dell’opinione pubblica. Causa i recenti scandali che hanno incrementato un malcontento comune e sospetti sull’affidabilità dell'assistenza farmaceutica, si è spesso sottovalutato e fatto passare in secondo piano quanto capillare sia il suo contributo sul territorio, quanto contribuisca a garantire un servizio costante 24 ore su 24, mettendo a disposizione una farmacia di turno per ogni quartiere, qui ad esempio un elenco sempre aggiornato.

È facile prevedere come tale panorama potrebbe determinare gravi danni nel settore. Se gia la redditività sui farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale è pressoché nulla, ed i pesanti ritardi di rimborsi delle Asl sono epici, un’ulteriore riduzione dei guadagni potrebbe avere conseguenze disastrose sugli esercizi. Le farmacie dovranno porre un’attenzione maggiore in termini di produttività, riducendo il più possibile i rischi economici con i grossisti e nonostante ciò trovarsi comunque impossibilitate a garantire i pagamenti delle forniture, già oggi al limite delle loro capacità finanziarie. Così facendo, i malati potrebbero dover rinunciare a cure più all’avanguardia o sostenere spese maggiori. Un disservizio, questo, che potrebbe generare una moria di farmacie e mettere in crisi di conseguenza anche il mercato all'ingrosso. Se già oggi sono moltissime le farmacie in forte difficoltà economica, il nuovo taglio aumenterebbe enormemente il rischio che molte di esse non siano più in grado di assicurare il giusto servizio. Se dovesse accadere ciò, in gran parte del Paese tante farmacie potrebbero licenziare ed altre, peggio, potrebbero trovarsi costrette addirittura a chiudere.

A questo proposito è intervenuta la Federfarma chiedendo al Governo di eliminare piuttosto gli sprechi presenti in altri settori della salute pubblica senza dover intervenire così massicciamente sul settore farmaceutico. Sfruttare la professionalità del personale sanitario affinché l’aderenza alle terapie possa essere migliorata, ottimizzare l’uso dei medicinali e garantire in questo modo un’assistenza ai pazienti più efficace, economizzare al massimo le spese strutturali.