Estero

Svolta in Arabia Saudita: il re Abdullah concede il voto alle donne

ARABIA SAUDITA- 4 MARZO 2011- Anche in Arabia Saudita, si fa spazio subdola e silenziosa la rivolta che ha incendiato gli animi dei manifestanti di Libia, Tunisia ed Egitto. Centinaia di utenti Facebook, da circa un mese, stanno organizzando per l'11 marzo la 'Giornata della rabbia' con lo scopo di chiedere un governo eletto democraticamente, ed il rilascio dei detenuti politici. Ed è proprio per scongiurare gli eventuali disastri e rivolte sanguinose che stanno dilagando in tutto il Medio Oriente, che la famiglia reale sarebbe pronta a nuove concessioni.[MORE]Stando a quanto appena affermato oggi dal quotidiano saudita Al Watam, il re in persona, Abdullah, avrebbe deciso di concedere il voto anche alle donne, anche se le stesse, almeno per il momento, non potranno essere eleggibili a cariche pubbliche. Non è molto paragonato al mondo occidentale, ma per un Paese fondamentalista, è un grande passo avanti, quasi uno spiraglio di luce, considerando che nelle ultime elezioni, quelle del 2005, le donne furono escluse totalmente dal voto.

Oltre a questa concessione, il re Abdullah, tornato dopo essere stato tre mesi all'estero per sottoporsi a cure mediche, ha annunciato nei giorni scorsi interventi sociali da 36 miliardi di dollari, bollati però come insufficienti da quanti chiedono maggiore rappresentanza politica e più libertà. Domenica scorsa, oltre 100 intellettuali sauditi hanno lanciato su internet un appello per riforme politiche, economiche e sociali, chiedendo in particolare la creazione di una “monarchia costituzionale”, “la separazione dei poteri” e "l’adozione di una costituzione". Tuttavia almeno per ora, non pervengono notizie circa le riforme democratiche. Nel loro appello infatti, hanno sottolineato, facendo pressione, la necessità di “misure che riconoscano alle donne il diritto al lavoro, all’istruzione, alla proprietà e alla partecipazione alla vita pubblica”.

Ma le misure del sovrano non includono riforme politiche nella monarchia assoluta, ignorando così la richiesta di elezioni municipali formulata dai gruppi di opposizione. L'Arabia Saudita non ha un Parlamento eletto, né partiti politici, ed allo stato attuale, non viene tollerata alcuna forma di dissenso.
Attualmente infatti, il Paese è governato da un re che passa il suo potere al fratello minore (l'attuale re ha 83 anni e il prossimo ne ha 81 ed è malato di Alzheimer), che nomina governo e Parlamento. Le elezioni, introdotte nel 2005 e riservate finora solo agli uomini, servono per eleggere i politici locali.