Chiesa e Società
Sulle orme di Maria Marino, risveglio di fede
Sulle orme di Maria Marino, risveglio di fede. «Lavorate nelle parrocchie, amate e fate amare Gesù, portate la sua parola, pregate per il Papa, per i Vescovi, per i sacerdoti e la Chiesa tutta». Questo, in sintesi, il testamento che Maria Marino, fondatrice ed ispiratrice del Movimento Apostolico, lascia al termine del suo pellegrinaggio terreno.
Si è spenta, dopo una lunga e provata malattia, il 23 marzo scorso a Catanzaro, città che ha sempre amato anche per la nascita del Movimento Apostolico, oggi soppresso, avvenuta il 3 novembre del 1979.
Un cammino riconosciuto in via definitiva il 18 gennaio 2001 dall’allora Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Antonio Cantisani, che nel decreto vescovile evidenziava come già da tempo, in diverse diocesi d'Italia, «la presenza del Movimento Apostolico è dai rispettivi Vescovi lodata e benedetta per l'apostolato espletato nelle parrocchie, dove non mancano frutti di bene».
Significativa fu anche l’udienza privata del Movimento Apostolico con il Santo Padre Giovanni Paolo II, avvenuta a Castel Gandolfo il 16 agosto del 1987. Accogliendo la delegazione accompagnata dal Vescovo S.E. Mons. Vincenzo Rimedio, la fondatrice fu incoraggiata dal Santo Padre a proseguire questo cammino. «Nascendo dal Cenacolo – disse il Papa agli aderenti –, il Movimento Apostolico ha il compito di “dare al mondo una nuova anima”». Un evento storico riportato per intero a pagina 5 sull’Osservatore Romano del 16-17 agosto del 1987.
Un cammino riconosciuto in forma scritta anche dalla Conferenza Episcopale Calabra nel 2004, sotto la presidenza dell’Arcivescovo S.E. Mons. Vittorio Mondello, e da diversi vescovi e conferenze episcopali estere, che hanno visto il lavoro di tanti fedeli laici all’interno della comunità ecclesiale. Un impegno costante e gioioso che negli anni ha coinvolto oltre tre generazioni, con una particolare attenzione verso i giovani, chiamati ad essere i protagonisti di una Chiesa viva che esiste per evangelizzare.
Il bene resta e resterà e si è avvertito durante il rito funebre, il 25 marzo, nella chiesa parrocchiale del quartiere Siano in Catanzaro, dove in tanti hanno voluto esprimere con la preghiera e con il canto gioioso un saluto alla signora Maria Marino, ringraziando il Signore per questo dono che ha fatto alla comunità tutta.
Nell’omelia, don Gesualdo De Luca ha ricordato come la signora Maria Marino ha vissuto il suo “sì” al Signore in modo “pronto, immediato e totale”, ricordando la Sua Parola, senza mai aggiungere nulla di proprio. “Un sì segnato dal dono di sé, dalla croce che ha abbracciato, amato e portato sulle spalle, soprattutto quando il suo sì al Signore non è stato compreso o a volte è stato frainteso”.
Da fedele laica e mamma di famiglia, la sua forza è stata nell’amore per Gesù, nella Vergine Maria, cibandosi ogni giorno della Santa Eucaristia, il suo tutto.
Ha amato e servito la Chiesa con umiltà e devozione, camminando sempre sotto la guida dei pastori.
Tutti sono stati testimoni dei frutti del suo “sì” al Signore: il ricordo della Parola Viva di Gesù Cristo che ha sempre annunciato e testimoniato, richiamando alla gioia dell’impegno ecclesiale; la carità solerte, discreta, tenace, risolutiva, gratuita. «Lei vedeva - ha ricordato don De Luca - il bisogno dell’altro, gli andava incontro e non lo lasciava irrisolto: dove non arrivava bussava e faceva intervenire gli altri, ma sempre nella gratuità più piena: non ha mai accettato neanche un fiore da nessuno, vivendo il Vangelo “gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date”».
Tante le vocazioni alla vita consacrata nate dalla spiritualità del Movimento Apostolico, il cui discernimento è stato sempre operato solo ed esclusivamente dai pastori della Chiesa. Il 26 febbraio 2006 fu l’Arcivescovo S.E. Mons. Antonio Ciliberti ad accogliere anche le prime consacrazioni laiche nell’Istituto secolare “Maria Madre della Redenzione”, costituito ed eretto a carattere diocesano.
«La signora Maria - ha ribadito il celebrante - ha vissuto la sua missione da laica cristiana nel quotidiano, nelle relazioni che la vita le presentava, in tutte le situazioni. Non aveva una cattedra, ma la strada, la vita in cui portare la forza del Vangelo e il fuoco della carità dell’amore di Cristo. Cosa dire? Grazie al Signore perché ce l’ha donata».
Tutti coloro che l’hanno conosciuta non dimenticheranno mai il suo amore, la sua gioia, la sua croce, la sua libertà e soprattutto la sua forza nel perdonare, nell’offrire il suo perdono a tutti.