Sulla sponda del fiume "Sulla sponda del fiume" presentato al Maggio dei Libri 2016
Cultura e Spettacolo Calabria

Sulla sponda del fiume "Sulla sponda del fiume" presentato al Maggio dei Libri 2016

lunedì 9 maggio, 2016

Il riscatto delle donne dal maschilismo nel libro “Sulla sponda del fiume” presentato al Maggio dei Libri 2016
LAMEZIA TERME (CZ) - L’ordinaria quotidianità di una borghesia medio - alta al centro dell’ultimo lavoro letterario “ Sulla sponda del fiume” di Antonietta Vincenzo presentato nell’ambito del “Maggio dei libri 2016” in corso di svolgimento presso Palazzo Nicotera di Lamezia Terme.  [MORE]

L’opera chiude una Trilogia ( Confiteor e Felicita ) delineando un percorso letterario di notevole rilievo per la trattazione di temi di grande attualità incorniciati in un quadro storico, letterario, artistico, filosofico relativo a quest’ultimo secolo costellato di eventi straordinari come il conflitto bellico, l’esistenzialismo, la riforma agraria, la contestazione del ’68, i movimenti femministi. Una scorrevole conversazione tra l’autrice e il critico letterario Pasquale Allegro ha messo in luce le peculiarità del romanzo nel quale spiccano due figure femminili, Titti e Giovanella, all’antitesi ed emblema di un’esistenza travagliata e dominata da una mentalità maschilista dalla quale , dopo tante tribolazioni, riescono a riscattarsi.

Un romanzo al femminile nel quale Mario e Gigi rappresentano le uniche presenze maschili alle quali Titti e Giovannella si sottraggono per imboccare nuove strade di emancipazione, di libertà, di affermazione della propria identità in una società ancorata alle ataviche leggi della tradizione. Inquieti, difficili e ribelli i personaggi rispecchiano, in parte, l’inquietudine dell’autrice che, pur dichiarando che il romanzo non è autobiografico, tuttavia si ispira a situazioni, esperienze, personaggi, ricordi, attinti dal vissuto personale e dalla realtà circostante, ma rigenerati da una briosa fantasia.

Titti, donna ribelle ed anticonformista, si abbandona ai ricordi della propria esistenza seduta sulla sponda dell’ultimo tratto un fiume, «prima che vada a morire buttandosi nella risacca spumeggiante di una vasta insenatura marina a pochi metri di distanza». Il fiume, pertanto, diventa la metafora dell’ultimo percorso della vita. Sulla sponda opposta si trova Giovannella, donna bellissima ma interiormente vuota ed egocentrica, tormentata da un rapporto conflittuale con il fratello gemello. Il romanzo, frutto di un anno di lavoro e scritto in una forma chiara, semplice e scorrevole, diventa veicolo di conoscenze di usi, costumi, mentalità dei tempi narrati, di sistemi educativi come quello del rapporto tra genitori e figli secondo il quale «i piccoli si dovevano baciare solamente quando dormivano. Cosicché, quando i bambini erano ben desti, dovevano aspettarsi solo rimbrotti, sgridate e, se necessario, anche qualche scappellotto, che non guastava». Ad approfondire la tematica affrontata la lettura di alcuni passi del libro da parte di Tina Mancuso e un coinvolgente dibattito tra l’autrice e il pubblico.

Da sinistra: Tina Mancuso - Pasquale Allegro- Antonietta Vinncenzo
Lina Latelli Nucifero


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