Estero
Sudan, conflitto impedisce aiuti umanitari. Appello Unicef
ROMA, 16 GIUGNO – Il rappresentante dell’UNICEF in Sudan, Nils Kastberg, invita i governi del Nord e del Sud Sudan a consentire l’accesso umanitario immediato.[MORE]
“Ci vuole più coraggio a parlare che a combattere, ed è confortante vedere che il Presidente Omar Hassan al Bashir e il primo Vicepresidente, Salva Kiir Mayardit, abbiano cominciato a fare esattamente questo. Nelle scorse settimane, a Abyei, Kadugli e in altre parti del sud del Kordofan, così come nel Darfur (e ora, nel sud dello stato del Nilo Azzurro), abbiamo assistito a una totale mancanza di rispetto per i principi umanitari internazionali da parte dell'Esercito Popolare per la liberazione del Sudan (SPLA), delle Forze armate sudanesi (SAF) e di altri gruppi armati nelle aree in cui operano. Questo è il momento per il presidente Bashir e per il vicepresidente Kiir di mandare un messaggio chiaro e inequivocabile - che arrivi ad ogni soldato sul campo - che negare l’accesso umanitario costituisce una grave violazione dei diritti umani”. Queste le parole del disperato appello dell’organizzazione per i diritti dell’infanzia.
Kastberg ha poi aggiunto: “non possiamo rimanere in silenzio di fronte a quanto sta accadendo a nome di tutte le donne sudanesi e dei bambini nelle zone colpite, ci deve essere piena libertà di circolazione e libero accesso umanitario per tutti coloro che, in modo imparziale, vogliono cercare di arrivare per portare aiuto”.
L’UNICEF non chiede altre risorse, in quanto queste sono presenti, per ora, nella zona. Il reale problema è la totale mancanza di tutela del diritto umanitario, teoricamente internazionalmente accettato e protetto. Le forze attualmente combattenti dovrebbero semplicemente lasciare libero il passaggio per tali aiuti, che ora invece bloccano. I leader sia del Nord che del Sud Sudan hanno la responsabilità delle proprie popolazioni e di conseguenza hanno il dovere di agire in modo tale da garantire che tutti gli ostacoli che impediscono l’accesso umanitario siano rimossi.
Nonostante gli accordi di pace del 2005 e la fine ufficiale del conflitto, il Sud Sudan si trova ancora in una situazione post-bellica di emergenza. L’appello dell’UNICEF è chiaro ed urgente: “quando i combattimenti prevalgono sulle parole, sono le mamme e i bambini che pagano il prezzo più pesante. È disumano negare l’accesso a coloro che vogliono portare cure salva-vita e servizi. Nelle diverse aree di conflitto, si alza un drammatico appello affichè prevalga l’umanità, così che i bambini possano svegliarsi al suono dell'acqua corrente piuttosto che quella dei bombardamenti, possano dormire pacificamente, dopo aver mangiato, invece di stare rannicchiati sotto i proiettili sparati dagli AK 47.Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a quanto sta accadendo”.
Filomena Maria Fittipaldi