Estero

Sud Corea, gravi le accuse per l'incidente del traghetto Sewol

 JINDO (COREA DEL SUD), 21 APRILE 2014 – Il presidente Park Gaun-hye ha usato parole pesanti nei confronti dell'equipaggio del traghetto Sewol, affondato lo scorso mercoledì al largo delle coste meridionali della Corea del Sud: parla di “atti del tutto incomprensibili e inaccettabili”, e usa il termine “omicidio”. Dello stesso parere la magistratura, che aveva già fatto arrestare il comandante e due suoi sottoposti, e che nelle ultime ore ha preso in custodia anche altri quattro membri dell'equipaggio. Le accuse principali sarebbero legate alla mancata protezione dei passeggeri, e all'abbandono della nave che affondava. Finora sono stati recuperati 64 corpi, mentre i dispersi sono ufficialmente 240.

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Sotto accusa anche la Chonghaejin Marine, l'operatore del traghetto, che potrebbe rispondere di responsabilità penali per il mancato addestramento dell'equipaggio in situazioni di emergenza. Dai racconti dei superstiti è infatti emerso che subito dopo l'incidente, è stato riferito ai passeggeri di “rimanere calmi in cabina”, anche mentre la nave cominciava a inclinarsi, piuttosto che cominciare ad utilizzare le scialuppe di salvataggio. Per ora è stato vietato, a dirigenti e proprietari della società, di lasciare il paese.

Indagini si stanno svolgendo anche sul numero dei passeggeri del Sewol: le informazioni fornite dalla società risultano piuttosto confuse, e pare si tenda a nascondere un sovraccarico della nave. I dati forniti alla partenza parlavano di 450 passeggeri, 24 membri dell'equipaggio, 150 veicoli e 657 tonnellate di carico. Poco dopo l'incidente, però, l'operatore ha cambiato i dati: 477 persone a bordo, un carico di 1,157 tonnellate e 180 veicoli.

Foto: qz.com

Dino Buonaiuto