Cultura e Spettacolo

Successo per la commedia in vernacolo "Occhio vivo. Clinicamente morto"

LAMEZIA TERME (CZ), 26 FEBBRAIO 2014 - Ha riscosso un grande successo la commedia in vernacolo “Occhio vivo. Clinicamente morto” presentata dalla compagnia teatrale “Il Sorriso” di Isola Capo Rizzuto nell’ambito della rassegna teatrale “Vacantiandu 2014”.

Sul palco i bravissimi attori, compresi il regista Franco Sacco, nella parte del barbone che un giorno si presenta alla pasticceria che Ermanno Bellavista gestisce insieme alla sorella Giuditta, per riavere indietro gli occhi che gli erano stati asportati in una clinica privata, dove era stato ricoverato a seguito di un incidente stradale provocato da un pirata della strada. Il barbone, infatti, era stato dichiarato clinicamente morto, anche se in realtà era ancora vivo, così il primario della clinica ha proceduto all’espianto degli occhi che ha poi trapiantato al proprietario della pasticceria Ermanno, che non conosceva il donatore.
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Dopo tre mesi dall’intervento, alla pasticceria si presenta il barbone Carmine insieme a due suoi amici di strada che sconvolgeranno la vita non solo di Ermanno ma anche di Giuditta e dell’intera pasticceria. Carmine infatti non se ne andrà da lì senza i suoi occhi. Il tutto raccontato con gag esilaranti e battute a raffica, che hanno animato la scena e catturato l’attenzione degli spettatori. I tre barboni stravolgono la vita del “possessore” abusivo degli occhi, di sua sorella e anche di “Mammina”, l'anziana madre inferma che dal suo letto tormenta i figli comandandoli a bacchetta.

Una commedia che, tra una battuta e l’altra, offre anche una riflessione sulla vita e su ciò che gli uomini non riescono a “vedere”, perché accecati da altro. Come le bellezze della vita, l’amore per la persona amata, le bellezze della natura. Dopo tante riflessioni e momenti più distensivi, un altro “problema” affligge tutti: la mammina-padrona che minaccia di non lasciare nulla nel testamento ai due figli perché non gradisce i loro rispettivi fidanzati.

Da qui la proposta di Carmine il cieco: uccidere la mammina in modo da togliere il “peso” ad Ermanno e Giuditta. E siccome l’anziana moribonda ha il diabete, il modo più adatto per eliminarla è farle mangiare una torta con dentro tanta ammoniaca per dolci e anche un po’ di cocaina per evitarle “dolori”. Alla fine, questa “soluzione” risolve, almeno apparentemente, due problemi: Ermanno può sposarsi con la fidanzata incinta e Giuditta (anche lei incinta) potrà sposarsi col fidanzato Aldo. Il barbone inoltre ha riacquistato la vista in quanto si è fatto trapiantare gli occhi della mammina defunta. Oltre alla vista, il barbone Carmine ha acquisito anche la voce della mammina defunta… che continuerà così a tormentare i due figli, anche dall’aldilà.

Prima dell’inizio dello spettacolo, sul palco del Politeama il regista Mario Maruca ha offerto al numeroso pubblico alcune “pillole” di teatro, così come ha fatto anche in occasione della precedente rappresentazione teatrale e continuerà fino alla fine della rassegna. Un modo, ha spiegato Maruca, per avvicinare lo spettatore al mondo del teatro e agli attori, ma anche per far scoprire l’affascinante mondo che circonda ogni commedia. Dalla parola al movimento, alla comunicazione: tutto ciò che riguarda gli attori sul palco riguarda infatti anche ogni uomo, in quanto teatralità è anche quotidianità.

Il cast è composta da attori storici della Compagnia “Il Sorriso” oltre che, come sempre, da alcune novità e tutti interpretano personaggi fortemente caratterizzati che conquistano il pubblico. La scenografia rispecchia il livello di professionalità raggiunto da questa Compagnia, nell'allestimento dei suoi spettacoli, a dispetto della sua natura amatoriale.

Notizia segnalata da I Vacantusi