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GHANSOR (INDIA), 30 APRILE 2013 – È morta d’infarto la bambina di quattro anni che quindici giorni fa era stata violentata in una fattoria. La piccola era stata convinta con l’inganno dai due stupratori ad abbandonare la sua abitazione a Ghansor, un villaggio nello stato di Madhya Pradesh, ed è stata ritrovata sanguinante e in gravi condizioni dai suoi genitori il mattino seguente: i tentativi di rianimare la bimba e di rimettere in funzione il suo sistema cardio-circolatorio sono falliti. [MORE]
Secondo la ricostruzione alla piccola era stato offerto del cioccolato da uno dei due uomini che l’ha condotta in una fattoria dove è stata stuprata; si presume che il principale aggressore sia un uomo di 28 anni, Firoz Khan, amico dello zio della bimba. Dopo il ritrovo, la bambina è stata subito portata all’ospedale di Nagpur, ma era già in stato d’incoscienza a causa, secondo i medici, di un danno celebrale causato dagli uomini che hanno cercato di soffocare le sue grida. Entrambi i presunti aggressori sono stati arrestati, ma l’opinione pubblica resta molto scossa anche da una nuova vicenda di stupro.
“Gudiya” (bambola) è il soprannome che è stato dato ad una bambina di cinque anni che sta lottando per la sopravvivenza: è stata violentata il 17 aprile scorso, rapita, torturata e poi abbandonata in una casa a Nuova Delhi, la bambina versa in gravi condizioni; a rallentare le indagini, in quel frangente, fu la polizia che si è rifiutata di accogliere l’immediata denuncia dei genitori della bambina.
I nuovi casi di stupro riaprono e portano ad una connessione con il caso della studentessa di 23 anni che, nel mese di dicembre scorso, era stata violentata su un autobus, poi morta in ospedale a Singapore: si teme, infatti, questo incremento della violenza sulle donne di condizioni umili e di giovane età.
Erica Benedettelli
[immagine da letteradonna.it]